Dopo aver battuto Olympic e Neuchâtel la Spinelli di Gubitosa cerca il quarto successo in altrettante partite contro Ginevra, altra squadra di alta classifica
Con il Lugano sempre fermo al palo, la Spinelli completa il trittico delle top, o almeno pronosticate tali: dopo Olympic e Neuchâtel (battute), con l’intermezzo della passeggiata scolastica a Basilea di mercoledì, affronta domani a Nosedo il Ginevra. La squadra romanda, guidata quest’anno in panca da un personaggio noto a tutte le latitudini, Stimac, non ha sinora entusiasmato ma forse ciò è da ascrivere al fatto che ha affrontato Boncourt e Monthey. Fatica contro i giurassiani, con gara vinta di 9 punti, dopo aver asfaltato i vallesani con un +41. Ma Ginevra è una squadra molto tosta e che ha una panchina lunga: due elementi su tutti, il “nostro” Roberto Kovac e Derksen, entrambi giocatori di spessore, capaci di essere decisivi in ogni momento della gara. Poi il nazionale Nzege, Jaunin, Maruotto e due buoni stranieri come Brandon e Sebeckis. Con la pandemia sappiamo tutti come funzionano le cose, dagli allenamenti ad altro, per cui le due prime uscite non fanno testo. Una squadra da scoprire insomma, e spetterà ai ragazzi di Gubitosa fornire qualche elemento di giudizio in più.
Dal canto suo la Sam si è dimostrata un gruppo veramente forte, grazie al suo potenziale di giocatori svizzeri ma non solo: Nottage si è rivelato un play di grande spessore sia in fase difensiva sia in quella difensiva; Richardson un valido difensore in attesa che si sblocchi al tiro, cosa che lui ha nel suo DNA. C'è poi anche alla crescita di Chukwu che, sotto le ali protettrici di Slokar, è in continuo crescendo di rendimento. In altre parole, considerato che mancava anche Molteni, la squadra ha sinora mostrato grande qualità e insieme. Una sorpresa per coach Gubitosa?
«Sono felice più che sorpreso, anche se non mi aspettavo subito un tale rendimento d’insieme – le parole del tecnico dei ticinesi –. Va detto che alla base ci sta un gruppo che è molto solido e che è capace di essere gruppo anche in campo. Non sempre i due fattori coincidono. Questo aspetto mi permette di avere rotazioni senza cali d’intensità, tranne quando ci mettiamo a giochicchiare perché la partita la crediamo chiusa».
Come contro Neuchâtel per sette minuti nell’ultimo quarto? «Esattamente, ma nemmeno sufficienti come a Basilea. Spero che i segnali siano stati chiari per tutti: possiamo anche essere forti ma se dimentichiamo le cose basilari come la difesa, l’intensità e la determinazione, diventiamo una squadra normale. E per battere Ginevra non potremo essere una squadra normale se vogliamo la vittoria».