CALCIO

'Il 2020 ci avrebbe permesso di compiere un passo avanti'

Pier Tami commenta la situazione della Nazionale svizzera e la prospettiva di disputare l'Europeo nel 2021

(Pier Tami con Vladimir Petkovic)
21 maggio 2020
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Lunedì prossimo, la Nazionale svizzera si sarebbe dovuta radunare a Bad Ragaz per lanciare la campagna Euro 2020. Ma il coronavirus ha sconvolto tutti i piani. In un'intervista a Keystone-Ats, Pierluigi Tami, direttore delle squadre nazionali, racconta le sue sensazioni su uno strano anno che ha privato la selezione rossocrociata di grandi appuntamenti contro Belgio, Croazia, Germania e Italia. «Avversari che ci avrebbero certamente permesso di fare un passo avanti», sottolinea giustamente Tami.

Dallo scorso weekend, con la ripresa dell'attività nella Bundesliga, il calcio non è più ai box. Come ti sei sentito? «Per me c'è sempre stata una sola verità: non c'è sport senza un pubblico. Ma la pandemia ci costringe ad essere pragmatici. Dopo due mesi senza calcio, è meglio guardare le partite a porte chiuse che non vederle affatto...».

Cosa ne pensi delle porte chiuse? «In uno stadio vuoto, si ha la sensazione che la partita non sia una grande partita, che manchi di dinamismo e di ritmo. Per non parlare delle emozioni. Ma non è vero. La scorsa fine settimana ho visto delle belle sfide, sono rimasto sorpreso dalla qualità del gioco presentato. Ora, non dobbiamo dimenticare che i club tedeschi sono tornati ad allenarsi molto rapidamente. Questo spiega un po' tutto».

Sei favorevole a una ripresa del campionato anche in Svizzera? «Sì, questo darebbe un segnale forte. Ma la questione è se una ripresa non comporti rischi per la situazione finanziaria dei club e per la salute dei giocatori. Credo che in Svizzera una ripresa sia possibile se tutte le norme sanitarie sono rispettate e se abbiamo capito che non possiamo più comportarci come prima. Sono a favore di una politica dei piccoli passi, pur nella consapevolezza, ovviamente, che non esiste un rischio zero nella situazione in cui ci troviamo».

Oggi, lo sviluppo di un nuovo calendario internazionale non sembra essere la priorità della Uefa... «Dobbiamo aspettare fino a metà giugno, la data del prossimo congresso Uefa, per saperne di più. La Uefa intende organizzare la Nations League come previsto a settembre, ottobre e dicembre. Questo significherebbe quattro date per la Nations League e due per le amichevoli o i playoff per Euro 2021, quelli che avrebbero dovuto essere giocati in primavera. Un'altra opzione sarebbe quella di chiudere la Nations League in ottobre e giocare solo partite amichevoli a novembre. Penso che avrebbe più senso».

Ma sarà realistico giocare partite internazionali a settembre in date in cui i campionati pu importanti potrebbero non aver iniziato la nuova stagione? «Questa è una domanda legittima. Ecco perché noi dell'Asf abbiamo proposto l'idea di eliminare la finestra di settembre e di proporre date alternative a dicembre».

Come hai reagito al rinvio dell'Euro al 2021? Una decisione che potrebbe avvantaggiare la Svizzera? «Xherdan Shaqiri ha senza dubbio salutato il rinvio con un certo sollievo. Era disperatamente a corto di tempo di gioco. Per Stephan Lichtsteiner, invece, la situazione è diversa. Avrà 37 anni nel 2021... Ma in generale, non credo che questo rinvio vada a nostro vantaggio. Nel 2020 avremmo avuto la fortuna di giocare contro alcune grandi squadre, a partire da Belgio e Croazia a marzo in Qatar. Quest'anno avrebbe dovuto garantirci la possibilità di compiere un passo avanti».