Michele Campana, dg del Fc Lugano: 'L'intenzione è di chiudere la stagione, ma dobbiamo aspettare il via libera del Consiglio federale'
«Non mi aspettavo niente di diverso. C'è poco da reagire, perché non è stato detto nulla di concreto. Nessuna indicazione su quando si potranno riprendere gli allenamenti e tantomeno quando sarà possibile tornare a scendere in campo». Michele Campana, direttore generale del Fc Lugano fa buon viso ai provvedimenti presi dal Consiglio federale che almeno fino all'8 giugno non prevedono aperture per il mondo sportivo. Dal canto suo la Swiss Football League ha diramato un comunicato nel quale afferma di voler contattare l'Ufficio federale dello sport e le autorità sanitarie per abbozzare una sorta di road map per la ripresa degli allenamenti e lo svolgimento di partite a porte chiuse. «Il ritorno in campo potrà avvenire soltanto in stadi privi di pubblico, di questo siamo perfettamente consci – conferma Campana –. Almeno fino a settembre non ci saranno spettatori sulle tribune, lo sappiamo benissimo. D'altra parte, la volontà dei club e della Lega rimane di portare a termine la stagione tra luglio e agosto, ma ovviamente non possiamo prendere decisioni senza il beneplacito delle autorità».
Occorrerà capire anche quelle che saranno le mosse dell'Uefa, che tra l'atro si riunirà in teleconferenza martedì e giovedì prossimi... «L'Uefa le sue indicazioni le ha già date, ricordando però che ogni federazione deve sottostare alle regole emanate dalle rispettive autorità politiche e sanitarie. Dalle parole di Berset mi è parso di capire che per ambiti particolari, come può essere il calcio, si cercherà di seguire quelle che saranno le indicazioni provenienti da altri Paesi. Se in Italia, Germania, Francia, Inghiletrra o Spagna si dovesse riprendere a giocare a porte chiuse, difficilmente il governo svizzero si metterebbe di traverso».
Il fatto è che non sarà possibile aspettare all'infinito. Prima o poi una decisione dovrà essere presa... «Il crocevia è a cavallo tra maggio e giugno. A fine maggio occorre sapere in che direzione andare, se non da parte del governo, almeno da parte del mondo del calcio. Occorre infatti considerare che un'eventuale ripresa del campionato non può avvenire dall'oggi al domani: ci vogliono almeno due settimane di preparazione e se si vuole portare a termine la stagione entro fino agosto, la data limite per ripartire è quella di fine giugno».
Rimane il problema dei contratti, in scadenza al 30 giugno e che andranno giocoforza prolungati per un paio di mesi... «La Fifa ha diramato delle linee guida che però non sono vincolanti e sottostanno al diritto nazionale. Muoverci già adesso, con la situazione ancora così incerta, non ci sembra opportuno. A maggio, quando speriamo di avere tutti quanti le idee un po' più chiare, anche questo diventerà un tema scottante».
E se la stagione non potesse essere portata a termine come ci si regolerebbe con promozioni, retrocessioni, posti nelle Coppe europee? «Al momento non ci vogliamo pensare. Fin tanto che la volontà di tutti è di chiudere il campionato in modo regolare, andiamo avanti. Se poi dovessimo renderci conto che il santo non vale la candela perché andrebbe a compromettere in modo importante anche la stagione a venire, allora ci chineremo sul problema».