Il 39.enne turgoviese vorrebbe chiudere la carriera tagliando il traguardo del suo 16.mo Tour de Suisse. Che potrebbe però essere cancellato nei prossimi giorni
Il sogno era di uscire dalla porta principale in occasione del Tour de Suisse, previsto dal 7 al 14 giugno, ma Michael Albasini al momento attuale non sa se avrà la possibilità di ritirarsi dall'attività agonistica passando sotto lo striscione di un traguardo... «È bello poter terminare la carriera in corsa», aveva affermato il turgoviese in occasione dell'ufficializzazione, lo scorso mese di ottobre, del suo prossimo ritiro, reso pubblico con un comunicato della Mitchelton-Scott, la sua attuale squadra. Aveva deciso che la sua uscita di scena sarebbe coincisa con il Tour de Suisse, ma a pochi mesi di distanza da quell'annuncio il mondo si ritrova sotto sopra e il sogno di Albasini di un addio al termine della corsa a tappe più importante della Svizzera è forse andato in frantumi. Per ora il TdS rimane in calendario, per quanto l'Uci abbia già deciso di fermare tutte le competizioni almeno fino al 1º giugno: un annullamento ufficiale è però atteso, forse già nel corso dei prossimi giorni.
Quello in partenza da Frauenfeld il 7 giugno sarebbe stato il 16º Tour ed Suisse di un Michael Albasini che a dicembre compirà 40 anni. La prima volta risale al 2005, quando vestiva la maglia della Liquigas- Bianchi e si era subito messo in evidenza con la vittoria della 5ª tappa ad Altdorf. Un successo ripetuto nel 2009 e nel 2012. In totale Albasini ha disputato 135 tappe del TdS, vale a dire undici in meno del recordman Martin Elmiger. Il suo palmarès in patria non annovera soltanto le vittorie al TdS: ha addirittura fatto meglio al Tour ed Romandie, dove si è imposto in ben sette frazioni.
La cancellazione di tutta la prima parte della stagione lo aveva già privato delle classiche delle Ardenne, nelle quali negli ultimi anni si era ritagliato un posto da protagonista sia alla Freccia vallona (2º nel 2012, 3º nel 2015, 5º nel 2017), sia alla Liegi - Bastogne - Liegi (2º nel 2016, 7º nel 2017), sia all'Amstel Gold Race (3º nel 2017).
Gergario di lusso con le qualità di leader, l'ex esponente del Vc Mendrisio, ha forse disputato la sua ultima corsa a metà febbraio, in occasione della Clasica de Almeria, in Spagna. In quei giorni che segnavano l'inizio della sua 18ª stagione da professionista, si diceva «in buona forma e pronto ancora una volta ad attaccare». Ma di attaccare non c'è più stata la possibilità... «L'incertezza in merito alla disputa del Tour de Suisse è dura da sopportare. Aspetto con impazienza che la decisione arrivi, in modo da poter pianificare la preparazione».
Per il momento si mantiene in forma a casa sua, a Gais, in Appenzello... «In questo momento non è facile trovare la motivazione per soffrire durante gli allenamenti. Ma è necessario cercare di mantenere la condizione fisica».
Il contratto che lo lega alla Mitchelton scadrà alla fine di giugno, dopo di che Albasini aveva previsto un viaggio di tre settimane con la famiglia negli Stati Uniti. Alla luce degli avvenimenti delle ultime settimane, il turgoviese sta però riflettendo sulla possibilità di allungare di qualche mese la sua carriera, nel caso in cui le competizioni dovessero riprendere nella seconda parte della stagione... «Non so se questo rientri nei piani della squadra. Per il momento non abbiamo affrontato l'argomento».
L'isolamento con il quale è confrontata la popolazione di mezzo mondo, non è però un male assoluto, almeno in casa Albasini. Maestro elementare di formazione, Michael può dedicarsi con maggiore attenzione agli impegni scolastici dei tre figli, approfittando del tempo trascorso in famiglia per avvicinare i due più grandi alla pratica del ciclismo. Ma può altresì preparare con maggiore tranquillità il post carriera. L'obiettivo è di rimanere nel mondo del ciclismo, in una forma ancora da trovare. Per questo motivo ha iniziato la formazione da allenatore e i corsi Gioventù+Sport. Ha già preso contatto con Swiss Cycling, ma potrebbe pure trovare un posto nei quadri della Mitchelton. In tutti i casi, l'obiettivo sarebbe di non superare i 150 giorni sulla strada, vale a dire lontano da casa. Questi sono però discorsi di un futuro, per quanto prossimo, ancora tutto da scrivere. Il primo obiettivo di Michael Albasini rimane quello di mettere la parola fine alla carriera agonistica e di farlo in sella a una bicicletta, nella pancia di quel gruppo che per 18 anni è stato la sua casa.