Il 19enne locarnese punta al titolo svizzero e a un buon piazzamento ai Mondiali juniori di Losanna. Sarà anche a Locarno per la gara del 7 e 8 settembre
Dal tono della sua voce, squillante e deciso, percepisci l’entusiasmo e la carica di un ragazzo innamorato del proprio sport, deciso a praticarlo ad alti livelli, senza lasciare nulla di intentato. Deciso, quindi, a fare sul serio, posto che applicazione e professionalità sono qualità che già ha imparato da tempo a fare sue.al tono della sua voce, squillante e deciso, percepisci l’entusiasmo e la carica di un ragazzo innamorato del proprio sport, deciso a praticarlo ad alti livelli, senza lasciare nulla di intentato. Deciso, quindi, a fare sul serio, posto che applicazione e professionalità sono qualità che già ha imparato da tempo a fare sue.Sasha Caterina fa sul serio ormai da molto tempo, ma è inevitabile che il passaggio che sta avvenendo tra la realtà juniores e quella degli élite imponga ulteriori sforzi a un talento entrato a suon di prestazioni nei quadri della Nazionale rossocrociata, inserito anche nel programma a cinque cerchi di Swiss Olympic, benché ‘solo’ per la staffetta che gareggerà a Tokyo tra un anno. «Un progetto, questo – ricorda il 19enne di Minusio –, che mi fa piacere e mi inorgoglisce, pur non rappresentando la priorità della mia pianificazione. Se parliamo di Olimpiadi, il vero obiettivo in tal senso è Parigi 2024. Sono nella lista allargata allestita da Swiss Olympic per il progetto Tokyo 2020, qualche possibilità ce l’ho anch’io, ma sono anche conscio che fare parte della staffetta sarà molto dura. Non è tra le mie priorità, tuttavia sono abituato ad andare sempre al massimo in ogni gara a cui partecipo. I responsabili di Swiss Olympic ne terranno conto».
Senza guardare troppo in là, il calendario di Sasha Caterina al momento fissa un obiettivo ben preciso, suggestivo e, soprattutto, imminente: il suddetto ‘salto’ dagli juniores agli élite, di cui avrà un assaggio già prossimamente, con la prima partecipazione a una tappa di Coppa Europa, a Malmö (domani la partenza). «Non ho grandi aspettative – spiega Sasha –, conto di fare il massimo, per portare a casa il miglior risultato possibile, in un contesto in cui mi misuro con atleti di tutte le età, alcuni dei quali professionisti. È la mia prima esperienza del genere, non so bene cosa aspettarmi».Dalla realtà dei ‘grandi’, al ritorno nella dimensione giovanile, per un congedo segnato da due appuntamenti di rilievo, i Campionati svizzeri a Nyon e i Mondiali di fine agosto a Losanna. Due gare nelle quali Sasha parte con ambizioni importanti. «Agli Svizzeri ho buone possibilità di titolo. Parto per vincere, è l’ultima opportunità che mi si offre di conquistare il titolo, in ambito juniores».
I Mondiali sono l’appuntamento cruciale della stagione agonistica 2019. «Ringrazio il mio datore di lavoro (Daniele De Bortoli, ndr), il quale mi ha concesso due mesi di congedo proprio per permettermi di preparare al meglio la scadenza. Giocherò in casa, voglio dare il massimo e giocarmela bene, questa ultima apparizione nelle categorie giovanili. Punto a ottenere un ottimo risultato. L’asticella me la sono posta abbastanza in alto. Voglio lasciarmi sorprendere, ma so di avere le possibilità di ottenere un grande risultato. Il massimo sarebbe entrare nei primi cinque, anche se sarei felice con un piazzamento nei dieci, o nei quindici».Di rientro in Ticino, ecco l’appuntamento con il tradizionale triathlon di Locarno, una delle ultimissime gare della sua stagione. «Cade una settimana dopo i Mondiali, ci sarò. Ho voglia di farlo, è il triathlon di casa, prenderò parte all’olimpico. Ma non è detto che sia l’ultima gara stagionale. Potrei ancora partecipare a una tappa di Coppa Europa élite in Turchia, o una di Super League, una sorta di gara sprint. Dopo la stagione agonistica del triatlhlon resterò comunque attivo, prendendo parte a qualche competizione, come la Ascona-Locarno Run».Dalla prossima stagione, il salto di qualità al quale lavora da anni. Sasha Caterina sarà completamente immerso nella dimensione U23 ed élite. Un bel cambiamento. «In realtà juniori, élite e professionisti in Svizzera gareggiano tutti nelle stesse competizioni della National League, seppur con classifiche separate. In gara troverò quindi gli stessi atleti con cui già sono abituato a confrontarmi. In Svizzera i cambiamenti non saranno molti. In Europa, invece, sarò esclusivamente impegnato con gli Under 23, o con gli élite».
Qualche puntatina in Coppa del mondo è prevista? «A partire dalla stagione 2021, anche se la pianificazione è ancora aperta e non definitiva». Già certo di essere nei quadri nazionali élite dalla prossima stagione, per effetto dei test effettuati a Tenero con la Nazionale, e dei risultati conseguiti, Sasha sta ‘scaricando’, dopo dieci giorni di allenamenti a Davos, con i quadri rossocrociati juniores. «I raduni con la Nazionale sono sempre molto interessanti. Di ritorno da Davos, ho invitato tre ragazzi a casa mia, altri sono giunti in Ticino per allenarsi. Trascorriamo le giornate assieme, lavoriamo assieme. Ci sono amicizie che restano tali anche al di fuori delle gare».Sempre gioviale, umile e sorridente, Sasha ha mai avuto momento di sconforto? «Sono fortunato a non averne avuti, anche perché sovente sono causati da un infortunio. La passione è sempre quella, intatta. Punto alla carriera di triatleta, ci sto provando».
Come giudica Christophe Pellandini, suo mentore e allenatore? «È il massimo. È come se fosse anche lui un atleta, un collega, perché è a sua volta molto competitivo. Sono molto ben seguito, sa perfettamente come comportarsi, con me. Ha ottimi piani d’allenamento, sa quello che fa. È competente, e sempre molto disponibile».
«È un atleta solido, anche sul piano mentale. Offre tutte le garanzie del caso. Ecco perché Swiss Olympic lo tiene in grande considerazione già in vista di Tokyo 2020. Oltre che, naturalmente, per i risultati dei test specifici che ha effettuato a Tenero, che sono risultati i migliori». Christophe Pellandini può dirsi molto soddisfatto dell’impegno e del lavoro del suo pupillo. Ed è fiducioso circa l’esito dei Mondiali giovanili ai quali si appresta a partecipare. «Esce da una Coppa Europa conclusa in Ungheria, ha ottenuto il secondo posto. C’era buona parte dei concorrenti che troverà a Losanna. Ha preso loro le misure. Ha vinto un tedesco, ma c’erano anche atleti non europei che si è lasciato alle spalle. È legittimamente ambizioso, del resto i riscontri che ha glielo permettono. Lo scorso anno fu 13esimo, certi ragionamenti è giusto che li faccia».
«Abbiamo appena concluso un periodo di forte carico – prosegue Pellandini –, chiuso dal collegiale di Davos al quale ero contento che prendesse parte, proprio per la mole di lavoro alla quale è stato sottoposto. Ora ci concentriamo sulla parte finale della preparazione, in previsione di Malmö e dei Campionati svizzeri, banco di prova in vista dei Mondiali, per i quali avremo poi ancora tre settimane per affilare le lame. Sasha ha rispettato ampiamente i tempi della pianificazione del lavoro, a livello di carichi e di volumi. Non ha mai mancato un allenamento, nonostante fino a giugno avesse impegni professionali di un certo peso cui fare fronte, con gli esami di fine tirocinio (muratore, ndr). Ora, in accordo con il suo datore di lavoro, da due mesi si sta concentrando solo sull’attività sportiva, proprio per arrivare al picco della forma ai Mondiali. In inverno non è sempre stato semplice conciliare il triathlon con i suoi impegni professionali. Ora, invece, mi ritrovo un atleta a forza dieci, completamente concentrato sullo sport. Non mi voglio sbilanciare, ma Sasha nell’ultimo mese a mezzo a livello tecnico ha fatto registrare progressi notevoli. La sua è un’impennata verticale, con un miglioramento in percentuale nel suo rendimento in allenamento del 15 per cento almeno. E sotto carico».