A Gap l'italiano vince in solitaria in una frazione che ha visto i leader prendersi una giornata di “riposo” prima del decisivo trittico alpino
Questa volta hanno avuto ragione gli organizzatori, i quali hanno disegnato la 17ª tappa del Tour de France, 200 km con arrivo a Gap, in modo da permettere agli uomini di classifica un ultimo giorno tranquillo prima del trittico alpino che deciderà le sorti della maglia gialla. La fuga di 33 corridori (tra i quali Michael Schär) partita dopo una cinquantina di chilometri ha ottenuto il risultato di calmare immediatamente le velleità del gruppo. Il vantaggio dei fuggitivi è salito così fin quasi a 20'. I 33 sono andati d'amore e d'accordo fino a una trentina di chilometri dall'arrivo, quando è iniziata la battaglia. Anche perché a 8 km dall'arrivo gli organizzatori hanno inserito un Col de la Sentinelle, un terza categoria che poteva servire da trampolino di lancio. Di conseguenza, chi non si sentiva a proprio agio in salita ha preferito anticipare le mosse degli scalatori. È così partito un plotoncino di undici elementi (senza più Schär) che in poche pedalate ha trovato l'accordo e ha portato il vantaggio a una trentina di secondi. L'azione decisiva l'ha messa a segno l'italiano Matteo Trentin, scattato sulle prime rampe dell'ultima salita. Se n'è andato da solo e il tentativo di Kasper Asgreen di dargli la caccia è stato tardivo. Il vantaggio del campione europeo è lievitato fino ai 40” e si è fissato sul traguardo di Gap in 36” su Asgreen, il quale ha preceduto di una manciata di metri Greg van Avermaet e, in maniera sfilacciata, tutti gli altri ex compagni di fuga. Nel gruppo principale il Col del la Sentinelle non ha scatenato la battaglia, per cui la maglia gialla e tutti gli altri pretendenti hanno chiuso con un ritardo di 20'10”.
Il Tour de France, dunque, si deciderà sulle Alpi, con una tre giorni durissima che comprende ben sei passaggi sopra i 2'000 metri. Il quesito è sempre lo stesso: riuscirà Julian Alaphilippe a mantenere la maglia gialla fino a Parigi? La logica risponderebbe di no, perché il francese non è uomo da grandi salite, ma un fenomenale cacciatore di classiche. L'attraversamento dei Pirenei, però, ha proposto un Alaphilippe capace di reggere alla grande sul Tourmalet e andare in difficoltà soltanto a Prat d'Albis, senza per altro cedere l'insegna del primato. Le Alpi, però, propongono salite dal chilometraggio lunghissimo (14 km l'Izoard, 23 km il Galibier, 13 km l'Iseran, 33 km il Val Thorens) che il francese della Deceuninck potrebbe pagare. Resta la constatazione che Alaphilippe sembra possedere le caratteristiche per diventare, se lo vorrà, anche un cacciatore di grandi giri e non solo di grandi classiche, soprattutto in un'era nella quale le cronometro non la fanno più da padrone. Certo, dovrà cambiare qualcosa nella sua impostazione – e non dimentichiamo che la maglia gialla lo ha aiutato a superarsi –, ma non sarebbe il primo ciclista a mutare negli anni le sue caratteristiche (di Froome, nei primi anni, si diceva che faticava a superare i cavalcavia).
Se Alaphilippe dovesse pagare le fatiche di un Tour de France iniziato senza una preparazione specifica (a differenza di molti big ha svolto tutta la campagna delle classiche primaverili), la Francia potrebbe comunque ritrovare un francese in giallo a Parigi (non succede più dal 1985, anno del quinto e ultimo trionfo di Bernard Hinault) grazie a Thibaut Pinot. Alla luce di quanto detto dai Pirenei, sembra proprio l'uomo della Groupama il più in forma di tutti. Purtroppo per lui, la tappa di Albi, quella con i ventagli, gli è costata oltre un minuto e mezzo di ritardo, ma ha comunque dato l'impressione di poter recuperare. Anche perché non c'è una squadra in grado di controllare la corsa (nonostante gli uomini siano quelli, la Ineos non è la Sky), ciò che dovrebbe lasciare ampia libertà d'azione a uno scalatore quale è Pinot. Occhio però anche alla coppia della Ineos, Geraint Thomas (2° a 1'35”da Alaphilippe) e Egan Bernal (5° a 2'02”, ma davanti al compagno a Prat d'Albis). E in pochi parlano di Steven Kruijswijk, terzo a 1'47” e che può contare sulla squadra apparsa più forte, la Jumbo Visma. E in linea di conto potrebbe addirittura rientrare anche Mikel Landa (pure lui penalizzato dai ventagli), tanto forte in salita da poter recuperare 4'54” dalla testa della corsa (ma soltanto 3'19” da Thomas, partendo dal presupposto che Alaphilippe possa crollare). Insomma, era da diversi anni che il Tour de France non arrivava alla tappa numero 18 con un lotto di potenziali vincitori tanto ampio. Fino ad ora la Grande Boucle ha regalato spettacolo, sorprese e colpi di scena. Non c'è motivo per il quale non debba proseguire sulla stessa scia anche negli ultimi tre giorni.