CICLISMO

La potenza della maglia gialla, Alaphilippe domina la crono

A cent'anni dalla creazione del segno distintivo, il francese precede Thomas e aumenta il vantaggio nella generale alla vigilia di un weekend dedicato ai Pirenei

19 luglio 2019
|

Nella giornata in cui il Tour de France ha festeggiato il secolo di vita della maglia gialla, ad imporsi nella cronometro di Pau non poteva che essere un francese. E non poteva che essere l'attuale leader del Wolrd Tour: Julian Alaphilippe. Il quale, contro ogni pronostico, non solo ha brillantemente difeso la maglia gialla, ma è addirittura andato ad aumentare il vantaggio sugli inseguitori. L'uomo della Deceuninck ha infatti chiuso con un vantaggio di 14” nei confronti di Geraint Thomas, 36” su De Gendt e Uran, 45” su Porte e Kruijswijk, 49” su Pinot, 1'36” su Bernal e addirittura 1'51” su Quintana. Certo, il minuto e ventisei che il transalpino vanta in classifica generale su Thomas non gli basterà per portare a Parigi la maglia gialla, visto che le grandi salite (al via da domani con l'arrivo sul Tourmalet) dovrebbero tagliarlo fuori da ogni discorso di successo finale, ma è altresì vero che a Pau in pochi (per non dire nessuno) erano persuasi che potesse vincere la tappa. Alaphilippe, insomma, è un brutto cliente e gli aspiranti alla maglia gialla dovranno tutti tenerne conto, per lo meno nel weekend disegnato sui Pirenei.

L'unica cronometro inserita nell'edizione 2019 del Tour de France ha detto anche altre verità. E in particolare ha contribuito a sciogliere, in casa Ineos, il nodo legato al gradi di capitano. Gradi che, a questo punto, finiscono sul petto di Thomas. La sua è stata un'ottima cronometro, ma soprattutto è stata tutt'altro che buona quella di Egan Bernal che al compagno di squadra ha concesso 1'22”. A questo punto, sembra scontato che la formazione britannica punti tutto sul gallese, pur garantendo protezione anche al colombiano, perché la strada per Parigi è ancora molto lunga e i trabocchetti sono disseminati dietro ogni curva. Molto di più ci si aspettava anche dall'altro colombiano, quel Nairo Quintana che ormai da anni insegue la maglia gialla. Sempre nascosto in questa prima parte di Tour, lo si attendeva molto più performante su un tracciato che presentava anche delle salite. Invece, è stato il peggiore tra i favoriti, concedendo 1'51” ad Alaphilippe.

Tra gli uomini di classifica bene sono andati Porte, Kuijswijk e Pinot, con il francese che si ritrova a poco meno di 2' da Thomas, distacco che, comunque, prima o poi lo costringerà ad uscire allo scoperto, magari già sui Pirenei.

Per quanto riguarda gli elvetici, era atteso alla prova Stefan Küng, specialista delle gare contro il tempo. Il turgoviese, però, una volta di più si è ritrovato a dover fare i conti con una caduta. Alla quarta curva dopo il via, il campione svizzero della specialità è stato vittima di una scivolata che gli ha fatto perdere parecchio tempo. Alla fine ha tagliato il traguardo in 27ª posizione, con 1'50” di ritardo, un secondo in meno rispetto a Quintana. «Nelle cronometro occorre sempre essere al limite, io sono arrivato troppo lungo e sono scivolato. Era la quarta curva del tracciato e a quel punto ho perso molto tempo e, soprattutto, il buon ritmo. Stando così le cose, non c'era più ragione di assumersi troppi rischi: il tragitto fino a Parigi è ancora lungo e io dovrò lavorare a favore di Pinot», ha commentato l'elvetico. Ben peggio è andata a Wout van Aert, il quale, nell'effettuare una curva, si è agganciato con una transenna ed è pesantemente caduto. Per lui è stato necessario l'intervento dell'ambulanza che lo ha trasportato all'ospedale. Il tedesco Maximilian Schachmann è pure lui caduto, ma è riuscito a portare a termine la cornometro. Analisi mediche effettuate nelle ore successive hanno rivelato una triplice frattura alla mano sinistra che richiederà un'intervento chirurgico. Per lui il Tour de France si è chiuso in anticipo.

Domani si sale fino ai 2115 metri del Col du Tourmalet. Tappa di 117,5 km con dapprima il Soulor e alla fine i 19 km al 7,4% di media che porteranno in vetta ad un autentico mito della Grande Boucle.