RICERCHE DI FRONTIERA

Caccia ai misteri irrisolti del cervello

Per la prima volta in Ticino il meeting annuale della Società Svizzera di Neuroscienze, organizzato dall’USI e dal Neurocentro (EOC)

Grafici e linee riescono a raccontare solo una parte della complessità e dei misteri del cervello
(C. Micci/Garbani)
26 maggio 2023
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Dormito bene stanotte? La questione è tutt’altro che banale, perché dalla qualità del sonno dipende la salute del nostro cervello. Non solo la sua efficienza durante la giornata, ma anche la velocità con cui invecchia e si ammala col passare degli anni. È infatti durante il riposo notturno che si attuano le grandi pulizie tra i neuroni, un po’ come accade la sera negli uffici, dopo la chiusura. Invece che pulire i pavimenti e svuotare i cestini sotto le scrivanie, si rimuovono le molecole di scarto e le tossine prodotte dall’attività delle cellule. Come questo accada, però, non è ancora del tutto chiaro. È uno dei tanti affascinanti misteri su cui si cercherà di fare luce al meeting annuale della Società Svizzera di Neuroscienze (SSN), che il 9 e 10 giugno si svolgerà per la prima volta in Ticino. Organizzato dall’Università della Svizzera italiana (USI) e dal Neurocentro della Svizzera italiana (EOC), in collaborazione con l’Università di Friburgo, l’evento riunirà nel Campus Est di via la Santa 1 quasi 300 ricercatori e medici da tutta la Svizzera. Per due giorni Lugano diventerà così la capitale della ricerca sul cervello.


C. Micci/Garbani
Salvatore Galati, neurologo e organizzatore

Fucina di cervelli

“Fino a qualche anno fa un simile evento sarebbe stato impensabile in Ticino, ma per fortuna oggi le cose stanno cambiando – afferma l’organizzatore Salvatore Galati, responsabile del Servizio dei disturbi del movimento del Neurocentro e membro del consiglio dell’SSN –. Negli ultimi tempi siamo cresciuti molto nel campo delle neuroscienze, con una produzione scientifica che ha permesso al Cantone di affermarsi come una realtà competitiva dove si fa ricerca di qualità. La nascita della Facoltà di scienze biomediche dell’USI nel 2014 ha sicuramente dato grande impulso, attribuendoci quell’autorevolezza che oggi ci permette di organizzare questo meeting”.

E proprio durante l’attesissima due giorni arriverà un altro importante riconoscimento al Ticino come ‘fucina di cervelli’: verrà infatti conferito il titolo di membro onorario della Società Svizzera di Neuroscienze a Marco Celio, leventinese d’origine, che per oltre trent’anni ha ricoperto la Cattedra di istologia ed embriologia all’Università di Friburgo, dove è stato anche decano della Facoltà di Scienze.

Non mancheranno ricercatori ticinesi tra i relatori che si avvicenderanno al convegno, ma sul palco prenderanno la parola anche personalità di rilievo della comunità scientifica nazionale e internazionale. Tra tutti spicca la neuroscienziata danese Maiken Nedergaard, che dieci anni fa, insieme ai suoi collaboratori dell’Università di Rochester (Stati Uniti), ha scoperto l’esistenza nel cervello di un sistema di drenaggio e rimozione delle sostanze di scarto, che è particolarmente attivo durante il sonno. Nedergaard lo ha denominato “sistema glinfatico”, per sottolineare la forte somiglianza col sistema linfatico a cui si affianca e il ruolo cruciale per il suo funzionamento delle cellule gliali, che insieme ai neuroni compongono il sistema nervoso centrale. “La scoperta del sistema glinfatico ha aperto una frontiera completamente nuova nella ricerca sul cervello – sottolinea Galati –. È ancora troppo presto per immaginare quali ricadute cliniche potrà avere, ma di sicuro ci aiuterà a capire meglio i meccanismi ancora sconosciuti di molte malattie legate all’accumulo di sostanze tossiche che causano neurodegenerazione. Il mio stesso gruppo di ricerca ha già dimostrato che nei malati di Parkinson si rilevano delle anomalie nell’elettroencefalogramma durante il sonno, quando avviene la ‘pulizia’ del cervello, mentre a Zurigo diversi team stanno cercando di capire se alcune complicazioni legate ai farmaci possano dipendere da disfunzioni del glinfatico”.

Un altro ospite molto atteso sarà Gilles Laurent, direttore del Dipartimento di Sistemi neurali al Max Planck Institute for Brain Research di Francoforte. Laurent presenterà il suo ultimo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature, che suggerisce insospettabili parallelismi tra il cervello dei rettili e quello degli umani: dimostra infatti che nel drago barbuto Pogona vitticeps gli emisferi cerebrali (simmetrici come nell’uomo) possono entrare in competizione fra loro durante il sonno (strutturato in una fase REM e una non-REM proprio come negli umani). L’esperto affronterà poi lo spettacolare fenomeno del mimetismo dei cefalopodi, che cambiano rapidamente colore grazie a complessi meccanismi determinati dai loro circuiti nervosi. “Portare al congresso non solo studi sull’uomo ma anche ricerche sugli animali è un grande valore aggiunto – evidenzia Galati –. È importantissimo mantenere alta l’attenzione sulla ricerca di base, perché studi che oggi non sembrano avere un’applicazione pratica in futuro potranno aprire nuove frontiere nella clinica”.


C. Micci/Garbani
Alain Kaelin, direttore del Neurocentro

Sguardo vivace verso il futuro

La curiosità sarà il filo conduttore di tutto il meeting, che spazierà dalla pulizia del cervello nel sonno alla neurodegenerazione, dai meccanismi di adattamento ai comportamenti come la fame emotiva. Sarà una grande occasione di formazione e aggiornamento anche per i dottorandi e i ricercatori più giovani, a cui la Società Svizzera di Neuroscienze ha deciso di dedicare ampio spazio con un simposio ad hoc, che si aprirà già nella giornata di giovedì, seguito da un evento di ALBA Network, focalizzato sulla parità di genere e l’inclusività nella ricerca. “I giovani portano idee innovative, sono il futuro della ricerca – continua Galati – e per loro abbiamo organizzato un’ampia offerta di workshop formativi su come progettare ricerche cliniche e precliniche, come pubblicare i risultati dei propri studi, come fare richiesta di finanziamenti e come fare proposte in modo che vengano accettate dal Fondo Nazionale Svizzero. Inoltre avranno modo di esporre i risultati delle loro ricerche nella sezione dei poster. Sarà un’occasione preziosa per conoscere e farsi conoscere”.

Durante il meeting della SSN ci sarà anche l’opportunità di allargare lo sguardo oltre confine, con il primo Forum delle neuroscienze Ticino-Italia. “In questa edizione ospiteremo esponenti di spicco del laboratorio di Giacomo Rizzolatti per parlare dell’eredità scientifica di questo noto neuroscienziato italiano famoso in tutto il mondo per la scoperta dei neuroni specchio, cruciali nell’apprendimento per imitazione e nell’empatia. Speriamo – auspica Galati – che sia il primo Forum di una lunga serie per rafforzare le connessioni con una realtà scientifica, quella italiana, che è molto qualificata e vicina a noi”.

Conoscere, conoscersi e collaborare

Fare rete, del resto, è l’obiettivo non solo del Forum con l’Italia, ma di tutto il meeting dell’SSN. “Con questo evento vogliamo affrontare tematiche di frontiera che possano offrire lo spunto per nuove idee e nuovi progetti di ricerca – afferma l’organizzatore –. Il congresso in presenza offrirà ai ricercatori l’opportunità di incontrarsi di persona, scambiarsi opinioni e vedute, in modo da favorire la nascita di nuove collaborazioni tra laboratori e istituti diversi. Del resto è l’unione che fa la forza e permette di affrontare le questioni con un approccio multidisciplinare, acquisendo un maggior peso quando poi si tratta di partecipare a bandi per conquistare finanziamenti”.

In questi ultimi giorni di preparativi crescono dunque le aspettative per un evento che si preannuncia come “un’importante ‘vetrina’, non solo per l’USI e per l’EOC, ma per tutto il Ticino, che potrà farsi largo sulla scena delle neuroscienze svizzere qualificandosi come sede universitaria di ricerca – aggiunge Galati –. Auspichiamo che questo evento ci permetta di attrarre nuovi giovani talenti interessati a fare ricerca e a conseguire il loro titolo accademico nella nostra scuola di dottorato, che attualmente conta già una settantina di studenti”.

Una rubrica a cura di Ticino Scienza per