Tecnologia

Occhiali smart di Meta: dopo l'Ia, la parola chiave è ‘neurale’

Il dispositivo, di cui è stato rilasciato un prototipo, permette di sfruttare i semplici gesti delle mani per il controllo di un'interfaccia o un display

Mark Zuckenberg presenta gli occhiali Orion
(Keystone)
28 settembre 2024
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Dopo l'intelligenza artificiale la parola chiave della tecnologia potrebbe essere ‘neurale’. Associata ai progetti più complessi di interfaccia cervello-computer come Neuralink di Elon Musk (è il più famoso ma nel mondo ce ne sono decine), il salto mediatico potrebbe avvenire con la diffusione di questo concetto grazie a dispositivi usati nel quotidiano.

Un assaggio lo ha dato Meta, nei giorni scorsi, svelando il prototipo Orion: sono occhiali normali che si indossano sul volto e funzionano in abbinamento ad un braccialetto che interpreta i segnali neurali associati ai gesti delle mani. Una tecnologia che riporta visivamente al film "Minority Report" in cui Tom Cruise interagisce con il computer a gesti.

Prima di Orion ci sono stati altri esperimenti rivolti ai consumatori. Uno, fallito, si chiama Humane AI Pin, una startup fondata da ex dipendenti di Apple: è una specie di spilla senza display e da gestire unicamente tramite comandi gestuali, touch e vocali. Il tutto sorretto dall'intelligenza artificiale. L'altro più interessante è di Apple sui suoi visori Vision Pro, che si basano tipicamente sui gesti delle mani per il controllo. Grazie all'integrazione con l'interfaccia cervello-computer sviluppata dalla startup di neurotecnologia Synchron un paziente affetto da sclerosi laterale amiotrofica che ha perso l'uso delle mani, indossando sul volto il dispositivo, è stato in grado di controllare il cursore per giocare al solitario, guardare dei programmi e inviare messaggi.

Un passo in avanti per la diffusione del concetto di neurale su scala quotidiana sono appunto gli Orion di Meta. Hanno l'aspetto di occhiali normali ma sono innanzitutto olografici, possono proiettare immagini nel campo visivo di chi guarda e mostrare icone sovraimpresse alla realtà, reagire agli input di chi li indossa attraverso il tracciamento degli occhi e della testa e delle mani con un collegamento neurale. È possibile grazie ad un braccialetto da portare al polso che sfrutta l'elettromiografia per interpretare i segnali neurali associati ai gesti delle mani. Non ci sono cavi, succede tutto nell'arco di frazioni di secondi e sembra leggano nel pensiero, sostiene chi ha avuto l'occasione di testarli. Il coordinamento sembra ispirato ai dispositivi sviluppati da Ctrl-labs, una società di interfaccia cervello-macchina acquisita da Meta nel 2019.

Gli Orion sono un prototipo disponibile agli svIluppatori, potrebbero arrivare sul mercato entro due anni. "Uno sguardo sul futuro", li ha definiti Mark Zuckerberg che punta a sostituire gli smartphone con gli occhiali smart. Neurale, infine, è anche la parola chiave dei processori per l'intelligenza artificiale chiamati appunto Neural processing unit (Npu). Sono dedicati all'esecuzione dei calcoli più complessi e sono presenti sui computer con a bordo l'intelligenza artificiale, i cosiddetti ‘AI Pc’ (come quelli di Microsoft, per fare un esempio). Secondo le previsioni degli analisti di Gartner questa categoria di prodotto è destinata a crescere e diventare la "nuova normalità" già entro il 2026.

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