Sostituendo le tradizionali polveri con una speciale gelatina fatta da microgranuli di resina e sviluppando una nuova tecnica di controllo degli impulsi
Una nuova tecnica per stampare oggetti in 3D con fasci di luce laser promette di superare il tradizionale metodo basato sulla sovrapposizione di strati di materiale e promette di rendere più rapida, precisa ed economica la produzione di oggetti e materiali, dai futuri biosensori alle celle fotovoltaiche. Pubblicata sulla rivista Nature, la tecnica è stata messa a punto dal gruppo dell’università di Harvard guidato da Dan Congreve.
Le più diffuse stampanti 3D in ambito industriale sono i cosiddetti Sintetizzatori laser selettivi (Sls), che con un impulso di luce riescono a scaldare selettivamente polveri plastiche poste in un cassone: solo le parti colpite dal laser si fondono tra loro per dar vita a un oggetto che emerge tra le polveri. Sostituendo le tradizionali polveri con una speciale gelatina fatta da microgranuli di resina e sviluppando una nuova tecnica di controllo degli impulsi laser, usando due diversi fasci, i ricercatori americani sono riusciti a migliorare la tecnica e a scolpire gli oggetti con un’unica proiezione di luce. Un metodo che permette di realizzare dettagli molto più precisi di quanto sia possibile fare attualmente, fino a scale nanometriche, in tempi più rapidi e con un minor consumo di energia. Basta una sola ‘pennellata’ di luce per far così emergere dalla gelatina un oggetto solido: "È un’opportunità davvero entusiasmante per la stampa tridimensionale del futuro", ha detto Congreve.