Un pesce, o meglio, crostaceo fuor d'acqua, un cane-pesce con il nuoto nel Dna, e una nuova speranza contro il melanoma: buone notizie selezionate per voi
"Qualcosa di buono" si occupa oggi di animali salvati. Ma in questa nuova puntata a essere protagonisti non sono quasi sempre accade, gattini e cagnolini, ma uno di quegli animali raramente al centro di storie mediatiche e poco propensi a effusioni verso gli esseri umani, ma non per questo meno degni di considerazione.
Stiamo parlando di un gambero di fiume, che nei giorni scorsi, non si sa come, era finito sulla strada cantonale a Glarona: si ipotizza che possa essere stato afferrato da un uccello rapace che lo ha poi perso in volo. Il crostaceo, che si è peraltro rivelato essere autoctono e dunque ancor più da tutelare considerata la minaccia data da specie invasive come il gambero della Louisiana, è stato trovato da un 21enne che passava in motorino. Il giovane, "con audacia ha raccolto l'animale disidratato e lo ha portato alla stazione di polizia di Glarona", scrive la polizia cantonale. L'animale è stato posto immediatamente in acqua e quindi riportato nel suo ambiente naturale a Näfels.
Percorso imprevisto in senso inverso, ma ugualmente a lieto fine per Ziggy, che non è un gambero ma un labrador nero di 8 anni che però si è salvato da una brutta situazione avendo qualcosa in comune con il crostaceo: sa nuotare bene. Come riporta il Corriere del Veneto, infatti, il simpatico quadrupede stava facendo una gitarella in barca con i suoi padroni umani Marco e Marinella nei pressi dell'isola di Pellestrina, in Veneto, quando ha deciso di tuffarsi per raggiungere la donna, già in acqua. A un tratto però i due sono stati investiti dalla corrente fortissima e dalle onde e trascinati lontano: Marinella ha raggiunto a fatica la barca, mentre Ziggy, seguendo una dote innata della sua razza, ha puntato verso la riva, il percorso più breve, sparendo però alla vista degli altri. Ma, come detto, Ziggy è un labrador, e i labrador sanno fare bene una cosa: nuotare. L'animale, infatti, ha nuotato per quasi 5 ore percorrendo circa 6km fra le onde per poi approdare su una spiaggia, stremato ma vivo, dove è stato raccolto dai bagnanti, in particolare da una donna che si è presa cura di lui fin quando, dopo la segnalazione del ritrovamento, il bel cagnolone è stato riconsegnato ai suoi umani.
Arriva da un'azienda farmaceutica italo-svizzera una nuova speranza in più per la cura del melanoma, il tumore maligno della pelle che colpisce in particolare le persone sotto i 50 anni e di cui in Svizzera vengono registrati circa 3'100 casi l'anno. Un nuovo farmaco immunoterapico, il Daromun prodotto dalla Philogen, iniettato direttamente nella massa tumorale prima dell'intervento di asportazione, è in grado di ridurre il rischio di recidive e metastasi stimolando una risposta immunitaria a livello sistemico. Daromun è una combinazione di due citochine (molecole proteiche in grado di indurre nuove attività nelle cellule), in grado, se somministrate insieme, di innescare localmente una risposta immunitaria che ha anche effetti a distanza. Lo studio sui 256 pazienti con melanoma localmente avanzato resecabile (ovvero asportabile chirurgicamente) in Germania, Italia, Francia e Polonia ha dimostrato che nelle persone che avevano ricevuto l'iniezione del farmaco prima dell'intervento, a distanza di 21,2 mesi le recidive si sono ridotte del 41% e il rischio di metastasi del 40%.