Su laRegione la vicenda, giunta fino al Tribunale federale, di un cittadino a cui la banca ha trasferito i soldi dal conto sulla base di documenti falsi
Diciassette milioni di franchi o giù di lì. Non proprio spiccioli, quelli che un cittadino del Luganese aveva depositato presso la banca Julius Baer e che sono, letteralmente, spariti a causa di transazioni compiute dall'istituto bancario senza verificare l'autenticità dei documenti a supporto, risultati falsi, e senza il consenso del cliente. L'istanza del cliente per riavere indietro i suoi soldi è approdata al Tribunale federale che si è pronunciato a favore dell'uomo.
Secondo il Dipartimento del territorio un nuovo ospedale alla Saleggina potrebbe essere costruito solamente trasformando in non edificabili quasi 100mila metri quadrati di superfici edificabili nel Bellinzonese e rendendo il nuovo nosocomio di portata cantonale e non regionale come è definito attualmente. Ma il direttore dell'Eoc Glauco Martinetti crede nella realizzazione della struttura.
Alle due cose che Albert Einstein, in un celebre aforisma, riteneva infinite, l'universo e la stupidità umana (con qualche dubbio su quest'ultima), si potrebbero aggiungere anche i lavori sull'autostrada A9 Lainate-Como-Chiasso: fra continue chiusure notturne per manutenzione alle gallerie e cantieri sempiterni, l'incubo per gli automobilisti, fra cui tanti ticinesi, sembra non avere fine. Ultimo capitolo, in ordine di tempo, i lavori sul viadotto Fati appena fuori dalla dogana di Brogeda.
Flavio Del Ponte, valmaggese di Bignasco, è stato chirurgo su vari fronti di guerra per 40 anni, operando per Croce Rossa Svizzera e Croce Rossa Internazionale, ma anche per l’Onu, dall’Africa alla Cambogia, dal Laos al Vietnam, dal Pakistan al Ruanda. Ora, a 80 anni, nel suo libro "Dissonanze", esprime tutta la sua incredulità per le situazioni attuali di conflitto che gli appaiono, come medico e come uomo, anacronistiche, senza senso rispetto agli insegnamenti che avremmo dovuto trarre dalla Storia e dai conflitti passati.
Nella partita fra Russia e Occidente sul campo di battaglia dell'Ucraina i toni si alzano anche dal punto di vista mediatico. Sullo sfondo l'insediamento della nuova presidenza Usa il 20 gennaio, che potrebbe comportare un impulso decisivo alla conclusione del conflitto. Intanto, è il momento di tenere i nervi saldi. Il commento odierno di Giuseppe D'Amato.