Oggi su laRegione il tema dei pochi nati nel cantone e altri due dibattiti: gli alloggi per senzatetto a Lugano e i Mori delle Processioni a Mendrisio
Si fanno meno figli in Ticino: con la misera quota di 6,9 nascite ogni mille abitanti, il nostro cantone è tra i fanalini di coda a livello svizzero (dove la media si attesta al 9,3). Ma non solo: il saldo tra nascite e decessi della popolazione ticinese è in rosso. Per uscire da questo «inverno demografico» le proposte della politica puntano soprattutto sul sostegno alle famiglie: ma il vero punto dolente è la fuga di cervelli verso cantoni con posti di lavoro qualificati e salari adeguati. Salari che sono al centro anche del commento odierno di Simonetta Caratti dedicato al tema.
A Lugano il tema degli alloggi per senzatetto torna di attualità con una mozione della sinistra che chiede lo stanziamento di un credito per la progettazione e per la realizzazione di una o più strutture per l’alloggio d’emergenza, che siano rivolte a persone senza fissa dimora e in grande precarietà, le quali non possono pagare il prezzo di un alloggio notturno. Ma il municipale leghista Lorenzo Quadri, condividendo la posizione dell'esecutivo sul tema, ritiene che ciò possa diventare un'attrattiva per situazioni di illegalità.
E parlando di temi che ritornano, non si ferma il dibattito a Mendrisio sulle Processioni storiche che rinunciano ai figuranti con il viso dipinto di nero per rappresentare i Mori al seguito della corte di Erode Antipa. A esprimersi sulle pagine de laRegione è ora il mondo religioso: se la Curia non prende esplicitamente posizione se non per richiamare al rispetto del Vangelo e della dignità umana, c'è chi, come l'arciprete di Chiasso don Feliciani parla esplicitamente di "americanata" e "decisione ipocrita".
Mentre gli impianti di Andermatt-Sedrun e di Crans-Montana sono passati in mani americane e a San Bernardino l’imprenditore ticinese Stefano Artioli sta investendo decine di milioni per trasformare il villaggio altomesolcinese in una piccola Zermatt, nella principale stazione invernale del Ticino, Airolo-Pesciüm non si resta alla finestra a guardare: è partita, infatti, la ricerca dei fondi per rimodernare le strutture, con una spesa prevista di 15-20 milioni di franchi entro il 2030.