Il sindaco si esprime a tutto campo sulla situazione della sua città. Mentre in Mesolcina il proprietario di un cane aggressivo viene assolto in Tribunale
Buongiorno care lettrici e cari lettori. Oggi sulla ‘Regione’ non sono invero pochi i temi e le opinioni a destare grande interesse.
Il primo argomento è la situazione attuale della Città di Lugano, vista con gli occhi del sindaco. Da Ticino 2020, «che non risolverà molto», alle soluzioni per rendere meno iniqua la perequazione intercomunale, Michele Foletti si confida con Dino Stevanovic in una intervista esclusiva. Sempre di Stevanovic è un commento sulle argomentazioni sollevate dal sindaco.
Salendo in Mesolcina, ha dell'incredibile la storia del contadino/guardacaccia di Leggia alle prese con un cane decisamente poco tranquillo. Il quadrupede aveva infatti prima aggredito tre persone, poi un altro cane. Parzialmente reo confesso (il contadino, non il cane) e pronto a risarcire le sue vittime, l'uomo è stato infine prosciolto dal Tribunale regionale Moesa. La sua vicenda viene raccontata con dovizia di particolari dal nostro Marino Molinaro.
Volgiamo ora lo sguardo a est, a quanto sta succedendo in Ucraina, grazie al reportage realizzato dal nostro corrispondente da Zaporizhzhia Cristiano Tinazzi: «A due passi dalla prima linea si può morire impallinati per aver pensato che la religione unisse i popoli o perché manca l’acqua – scrive il collega –. Nella stessa area combatte la Brigata internazionale per Kiev, dove ci sono anche gallesi, irlandesi e americani, che passano dal fuoco nemico a quello della brace per gli spiedini. Si urla “Slava Ukraini”, si beve, si sogna di arrivare vivi fino alla fine di una guerra lunga più di un anno e mezzo».
Facendo un salto nel mondo del cinema, un'ampia presentazione della docufiction “Il vicino tranquillo” (che passerà a ‘Storie’, sulla Rsi, domenica prossima, 3 settembre) torna su una delle vicende di cronaca nera più efferate degli ultimi 30 anni. Il film di Fulvio Bernasconi indaga la psiche di Günther Tschanun, l'uomo che nell'86, vessato dai colleghi d'ufficio, ne uccise 4 a bruciapelo. Poi scontò la sua pena, cambiò nome e si trasferì a Losone. Dove visse come cittadino modello. Davide Martinoni ha intervistato il regista e il produttore Michael Beltrami.
Allora, buona lettura a tutte e a tutti!