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Il contratto mantello dell’edilizia ce l’ha fatta, pare

L’accordo scongiura un pericoloso vuoto legale. Si parla anche di riforma del secondo pilastro e aggregazioni ‘dal basso’.

30 novembre 2022
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Dopo le manifestazioni e le polemiche, il lieto fine: impresari costruttori e sindacati hanno trovato l’accordo sul nuovo contratto nazionale mantello dell’edilizia, dal quale dipendono anche i contratti collettivi a livello cantonale. Le parti sociali guardano così al futuro con cauto ottimismo. Ora la base sindacale e gli imprenditori dovranno ratificare l’accordo.

Intanto, però, le nostre rendite rischiano di dimagrire. Ieri il Consiglio degli Stati ha approvato la riduzione del tasso di conversione per il secondo pilastro dal 6,8 al 6 per cento, oltre all’abbassamento della soglia d’entrata nel sistema. Resta da capire cosa succederà alle generazioni destinate a cadere nella fase di transizione, per le quali le compensazioni sono ancora da discutere.

Infine, potremo forse un giorno vedere la prima aggregazione ‘venuta dal basso’. E potrebbe succedere nel Basso Mendrisiotto, a Balerna, dove un ristretto gruppo di cittadini (tre i promotori) ha deciso di presentare un’istanza deciso a chiedere al Consiglio di Stato di aprire una porta all’aggregazione coi comuni limitrofi (Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo). Una prima assoluta in Ticino. Sin qui, infatti, le alleanze strette dai comuni sul territorio del cantone sono sempre nate dalla volontà dei rispettivi Municipi, mai direttamente dalla popolazione locale. Riusciranno nell’impresa? Per ora non si sa; avranno tre mesi di tempo per raccogliere 350 firme, prima di arrivare allo studio e poi al voto.

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