Su laRegione oggi: il CdS risponde all’Mps; due referendum a Cevio; svolta per via Ronchi a Daro; un concorso di architettura per Lambertenghi
Trentatré in più nell’arco di cinque anni. Cresce il numero dei posti di apprendistato nell’Amministrazione cantonale: dai 147 tirocinanti del 2017 ai 180 di quest’anno (il dato è aggiornato al mese di aprile). Lo indica il Consiglio di Stato pronunciandosi, tramite messaggio, su una mozione inoltrata in gennaio dall’Mps.
A Cevio sono due i referendum lanciati e pronti a infiammare – il già acceso – dibattito nel capoluogo valmaggese. Partita ieri la raccolta firme contro la costruzione della scuola a Bignasco e la vendita del terreno nel sedime di Cevio, acquistato all’epoca dal Municipio per realizzare abitazioni a pigione moderata, destinazione quest’ultima rimasta disattesa.
Svolta per il rifacimento di via ai Ronchi a Daro: a quasi due anni dal crollo di parte della carreggiata, il Municipio di Bellinzona ha infatti licenziato all’attenzione del Consiglio comunale il messaggio con cui chiede di concedere il credito necessario per ricostruire la strada, e ricostruire il muro di sostegno. E questo dopo aver sottoscritto la convenzione tra le parti, già firmata nelle scorse settimane dal proprietario del sedime interessato dal cedimento.
Compie un decisivo passo avanti la Cooperativa di abitazione Vivere Lambertenghi che dopo essersi aggiudicata il diritto di superficie dal Municipio di Lugano per 53 anni ha indetto un concorso di architettura (il bando sarà pubblicato sull’edizione di domani del Foglio ufficiale del Canton Ticino e sul sito internet www.simap.ch nonché all’indirizzo del sodalizio). Il progetto mira a edificare un villaggio solidale entro il 2026: appartamenti a pigione moderata, centro diurno, asilo nido e portineria di quartiere.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e accreditata come possibile prossima premier italiana, non ha mai nascosto le simpatie per l’omologo ungherese Orbán, in passato pubblicamente indicato quale "leader dei sovranisti europei". Non si è invece pronunciata, come del resto gli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, sull’ultima scandalosa dichiarazione anti-immigrati extraeuropei di Orbán, "non vogliamo diventare un popolo di razza mista", che ha suscitato indignazione ovunque.