Il Consiglio federale riapre le terrazze di bar e ristoranti da lunedi, ok anche a cultura e sport. Frapolli, invece, chiude Bosco Gurin
Si torna alla birretta e al caffè al bar e alla costina al grotto, da lunedi, ma solo all’aperto. E dopo, tutti al cinema o a teatro, ma senza superare le 50 persone, 100 se all’aperto. Il Consiglio federale compie un altro passo verso l’allentamento delle restrizioni, e se da parte del Consiglio di Stato l’accoglienza è favorevole, al contrario la ristorazione, la cultura e lo sport non sembrano mostrare l’entusiasmo atteso.
E c’è poco da essere entusiasti anche per i conti del Canton Ticino: il consuntivo 2020 si chiude con un disavanzo di 165 milioni di franchi, contro i 4 milioni di avanzo preventivati. Sarà forse tempo di sacrifici? Di sicuro, occorrerà uno sforzo. Le reazioni di Christian Vitta e dei partiti raccolte da Jacopo Scarinci.
E a proposito di chiusure, Giovanni Frapolli ha deciso quella degli impianti di Bosco Gurin: l’imprenditore lascia in aperta polemica con gli enti e le associazioni che hanno fatto mancare il sostegno ai progetti in corso d’opera. E ne ha per tutti, dal Patriziato alle istituzioni cantonali è una..discesa libera di accuse.
Deluso Frapolli, addirittura “traditi” i villaggi di Lugano: così si definiscono Carona, Gandria, Brè, Sonvico , che su un sito web puntano il dito contro la Città e le commissioni di quartiere, la cui mancata spoliticizzazione, a loro dire, sposta l’attenzione più sulle logiche di partito che sui bisogni di chi in quei villaggi vive.