L’insegnamento è cosa viva: conoscere sé stessi e l’altro alla luce del teatro. Una nuova unità della SUPSI esplora il teatro come pratica educativa
Una lunga tradizione lega la scuola al teatro con le sue tecniche e i suoi molteplici linguaggi per arricchire i contesti educativi e di formazione. Dopo oltre vent’anni di collaborazione nasce in Ticino l’Area TeatroEducazione condivisa tra una scuola affiliata e un dipartimento della SUPSI, l’Accademia Dimitri e il Dipartimento formazione e apprendimento (DFA), per sviluppare e rafforzare uno strumento potente nella formazione docenti e valorizzare le buone prassi nelle scuole sul territorio.
«Vitale», si legge tra una delle tante definizioni dell’enciclopedia Treccani, significa di primaria importanza, essenziale. Il movimento, la respirazione, la crescita, il bisogno di nutrimento, sono capacità e necessità essenziali che tutti gli organismi viventi hanno in comune. Nel contesto della scuola gli allievi imparano a relazionarsi, a riconoscere e valorizzare la differenza, a socializzare, imparano a stare nel conflitto, a orientarsi e "muoversi" all’interno di una comunità di apprendimento. Rendere vivo il proprio insegnamento, risvegliare la curiosità, creare spazi che permettono l’esplorazione e la scoperta sono compiti fondamentali nella professione del docente. Un docente è allo stesso tempo conduttore, osservatore e propulsore, capace di mettersi in gioco, abile nel leggere le situazioni, nell’accogliere e nell’integrare i contributi del singolo e della classe orientando costantemente la propria azione pedagogica e didattica.
L’arte dell’insegnamento richiede di sviluppare e scoprire costantemente nuovi modi per dare linfa ai contesti educativi: questo avviene quando il docente lungo l’arco della propria carriera professionale continua a mantenere un atteggiamento curioso e non smette di porsi domande. Se il docente riesce a coinvolgere gli allievi, se riesce ad accendere una scintilla di interesse, può risvegliare in loro il piacere di imparare e passioni ancora nascoste. Attraverso una didattica laboratoriale che mira a creare un ambiente esplorativo e permette agli allievi di scoprire "l’essenza delle cose", gli insegnanti rendono partecipi gli allievi; in sostanza, come diceva Maria Montessori, "per insegnare bisogna emozionare". Quando corpo, mente ed emozione sono attivati contemporaneamente possiamo parlare di esperienza, e ciò che si impara è pieno di significato per il singolo e per il gruppo e si iscrive nella memoria. Come dice Franco Lorenzoni, maestro elementare e autore, "insegniamo molte più cose nel nostro fare che col nostro dire". Il saper entrare in sintonia, l’uso consapevole del linguaggio verbale, non verbale e paraverbale fa parte della personale cassetta degli attrezzi degli insegnanti e favorisce una comunicazione chiara e coerente. Tutto ciò richiede grande abilità e consapevolezza.
ALBERTO MARCHESI
Nel teatro si inventa, si progetta e si rappresenta
È fondamentale che la scuola e le università offrano spazi e tempi di sperimentazione, di esplorazione che stimolino la creatività, l’espressione e la relazione, caratteristiche queste intrinseche dell’essere docente e contemporaneamente abilità trasversali che ogni allievo dovrebbe sviluppare nel corso della sua crescita. Il teatro allena uno sguardo aperto verso le cose e sviluppa il pensiero critico. Rivela ciò che appare scontato, svela ciò che unisce e ciò che differenzia. Fa leva sulla curiosità ed educa all’autonomia. Il teatro è uno strumento potente per sviluppare l’immagine di sé, le abilità relazionali, la conoscenza del proprio corpo, la capacità di esprimersi davanti a un pubblico. Aiuta a dare corpo e voce a chi lo pratica per scoprire e narrare la vita. Nel teatro si improvvisa, si inventa, si progetta, si rappresenta. La dimensione corporea, il sentire e il percepire stanno al centro di questo processo stimolando l’immaginazione e favorendo lo sviluppo del pensiero. Il teatro nel contesto educativo crea delle dinamiche multiple, individuali e di relazione che nutrono la vitalità indispensabile al fare scuola sostenendo e rafforzando il processo di insegnamento-apprendimento che attiva il desiderio di conoscere. Attraverso il linguaggio teatrale, allievi e docenti scoprono parti di sé e dell’altro finora nascoste. Il teatro invita ad alzare lo sguardo, valorizza la diversità e diventa fonte di ispirazione e segno di ricchezza, favorendo così la reciproca crescita.
ALBERTO MARCHESI
Studentessa in formazione
Oltre che formare attori, l’Accademia Dimitri da vent’anni si occupa di concepire, attivare e realizzare progetti e pratiche inerenti al teatro come risorsa educativa, esplorando un approccio partecipativo, creativo ed esperienziale al fare scuola e formazione. I progetti per le scuole e le proposte formative a livello universitario sono sostenuti da una continua ricerca pedagogica, artistica e teorica per approfondire la relazione tra linguaggi artistici e prassi educative, favorendo la multidisciplinarità e l’insegnamento trasversale.
Con l’inizio dell’anno accademico 2022/2023 il DFA, che si occupa della formazione iniziale e continua degli insegnanti, e l’Accademia Dimitri danno vita all’Area TeatroEducazione condivisa, un’unità scientifica transdipartimentale che rappresenta una prima assoluta nel contesto SUPSI e il cui intento è di creare un linguaggio comune che tenga conto delle specificità, delle epistemologie e delle risorse dei due contesti.
L’area intende anche contribuire ulteriormente al dibattito scientifico sul teatro come modalità pedagogica applicata in contesti educativi e acquisire progressivamente maggiore visibilità animando workshop, pubblicando contributi, partecipando a convegni e tessendo reti nazionali e internazionali.
In collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento