Curiosità

Mattel lancia la Barbie non vedente

La casa produttrice della celeberrima bambola intende rendere i bambini ciechi e ipovedenti maggiormente rappresentati nella società

Un passo verso l’inclusività
(Mattel)
23 luglio 2024
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Sei decenni dopo l'arrivo sugli scaffali della Barbie originale, la Mattel lancia la sua prima bambola Barbie non vedente nel tentativo di rendere la sua gamma ancora più inclusiva. Il produttore di giocattoli statunitense ha affermato che la bambola, ora disponibile online e in negozio, è stata creata nel tentativo di rendere i bambini ciechi e ipovedenti maggiormente rappresentati nella società.

Krista Berger, vicepresidente senior di Barbie e responsabile globale per la produzione delle bambole, ha affermato: "Barbie è molto più di una semplice bambola; rappresenta l'espressione di sé e può creare un senso di appartenenza". Secondo la notizia riportata dal Guardian l'azienda ha collaborato con l'American Foundation for the Blind per garantire che ogni dettaglio, dagli occhi della bambola ai suoi vestiti, rappresenti fedelmente le persone cieche e ipovedenti. Barbie tiene in mano un bastone bianco e rosso, mentre il suo sguardo è leggermente rivolto verso l'alto e verso l'esterno per "riflettere accuratamente lo sguardo di un individuo cieco".

Dopo aver condotto dei test con bambini ciechi e ipovedenti, è stato deciso che la bambola dovesse essere vestita con abiti con dettagli in tessuto tattile, tra cui una maglietta di raso rosa e una gonna di tulle viola. I dettagli degli abiti sono stati realizzati in forme che consentono di vestire la bambola facilmente. Sulla confezione che contiene la Barbie compare il suo nome scritto in braille.

Lucy Edwards, attivista per la disabilità e conduttrice televisiva, cieca e comparsa in una campagna con la nuova Barbie, ha detto: "Il lancio della bambola significa tutto per me, da adolescente mi sentivo isolata perché perdevo la vista e non avevo modelli di riferimento come me. Ero imbarazzata dal mio bastone, ma sapere che anche una Barbie ne aveva uno mi avrebbe fatta sentire meno diversa e mi avrebbe aiutata a sentirmi meno sola nel mio percorso per accettare e abbracciare la mia cecità".

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