La prima a essere ‘marchiata’ è stata una confezione di gomme da masticare in Ohio. Cinquant’anni fa è nato il metodo standard per identificare i prodotti
All'inizio fu un pacchetto di gomme da masticare in un supermercato dell'Ohio, negli Stati Uniti. Per la prima volta, veniva scansionato un codice a barre alla cassa di un negozio dopo la decisione, il 4 aprile 1973, da parte delle maggiori aziende di largo consumo statunitensi di adottare un unico standard per l'identificazione dei prodotti.
Sono passati 50 anni esatti e oggi un codice a barre è presente su oltre un miliardo di prodotti nel mondo. E non solo. Simbolo della società dei consumi, il codice a barre si è diffuso come tatuaggio, prima negli ambienti della controcultura degli anni Ottanta, poi anche senza connotazioni di protesta. Personaggi tatuati con questa immagine compaiono anche in serie tv, film e videogiochi come Dark Angel e Hitman. E l'artista Banksy ne ha fatto un tema ricorrente. Una sua opera mostra un leopardo evadere da una gabbia a forma di codice a barre, altre raffigurano una zebra o la pinna di uno squalo che emergono dalle linee nere.
La Bbc ha inserito, del resto, il codice a barre – inventato da due studenti di ingegneria dell'Università di Drexel per velocizzare i pagamenti – tra le “50 cose che hanno reso globale l'economia”. La sua diffusione ha accompagnato l'espansione della grande distribuzione e alimentato la profilazione dei clienti e il sistema delle carte fedeltà. Al tempo stesso ha rivoluzionato la logistica, facilitando le consegne just-in-time e lo sviluppo delle grandi catene come Wallmart e delle mega-piattaforme di commercio elettronico.
Negli ultimi anni i codici a barre sono diventati strumenti di informazione anche per i consumatori, con app come Yuka o Edo, che permettono di scansionare il codice dei prodotti alimentari o dei cosmetici per conoscerne gli ingredienti e la qualità, secondo un meccanismo a punteggio, e confrontarli tra loro.
Intanto sono sempre più diffusi codici di nuova generazione come i Qr code che rimandano a pagine web con informazioni utili per le aziende, le autorità di regolamentazione e i consumatori. L'organizzazione GS1 ha avviato, dalla fine del 2020, un'iniziativa globale per la transizione a questi codici di nuova generazione, con l'obiettivo di realizzarla entro il 2027. I consumatori potrebbero accedere, tramite il link contenuto nel codice Qr, a informazioni sul prodotto: dagli ingredienti alle indicazioni per il riciclo, fino a offerte, valutazioni degli utenti, contenuti social e avvisi di richiamo.