Il vocabolo, adattato, che designa il nome di uno fra i dolci italiani più tipici è stato incluso nel dizionario iberico
Si racconta – riportiamo la versione più accreditata – che la nascita del panettone sia avvenuta dopo un incidente accaduto durante un pranzo natalizio alla corte di Ludovico il Moro. Dopo il pasto pantagruelico, i cuochi di corte dimenticarono di servire il dolce in tavola che, come se non bastasse, si era pure bruciato nel forno. Entrò in gioco Toni, uno sguattero di cucina, che si inventò un dolce con pochi semplici ingredienti, a dirla tutta erano avanzi: farina, burro, uova, scorza di cedro e uvetta. Con molta titubanza il risultato fu servito in tavola e riscosse subito molto successo, tanto che il Moro chiese quale fosse il nome della prelibatezza e i cuochi dissero in vernacolo meneghino: ‘A l’è ’l pan de Toni’. Espressione che per contrazione divenne panettone.
L’abbiamo presa larga per riferire del ‘panetone’ forma adattata in spagnolo del vocabolo italiano, entrata a far parte dei lemmi del dizionario della lingua di Cervantes. La Real Academia Española de la Lengua (Rae), istituzione che si incarica di regolare l’uso di questa lingua, ha infatti incluso il vocabolo ‘panetone’ tra le nuove parole ora considerate accettate. Si tratta, evidentemente, della versione adattata del nome originale del dolce natalizio, una grafia che tiene conto del fatto che in spagnolo non esiste un fonema corrispondente alla doppia ‘t’ e che per molti parlanti nativi di questa lingua pronunciare le doppie dell’italiano risulta arduo, se non impossibile.
La Rae, inoltre, ha incluso un’altra versione del nome come alternativa accettabile, ‘panetón’. Nella definizione del nuovo vocabolo, l’Accademia della lingua spagnola spiega che il panettone è un "dolce natalizio di origine italiana, consistente in una grande torta a forma di cupola, farcita con uvetta e canditi".