Il comasco, autista delle Arl, con la sua bici ha scalato 23 volte il Sighignola: 253 chilometri con un dislivello di 9'300 metri
Non è da tutti scalare l'Everest in bicicletta, anche perché sulla montagna più alta del mondo, non ci sono piste ciclabili. C'è chi è riuscito, senza tuttavia dover raggiungere la catena himalayana. È Roberto Pasqualin, frontaliere comasco, residente a Bulgarograsso, autista delle Autolinee regionali luganesi. Dalle 22 di venerdì 4 settembre e per 18 ore, in sella alla sua bicicletta, dalla piazza di Lanzo d'Intelvi è salito per 23 volte sul Sighignola, il 'balcone d'Italia', posto sul confine, percorrendo complessivamente 253 chilometri, totalizzando un dislivello di 9'300 metri, ben oltre superiore agli 8'848 metri, l'altezza della montagna più alta del mondo. E così è destinato a entrare nella Hall of fame (gruppo di personaggi famosi), così come previsto da Everesting, una sfida che sempre più persone stanno accettando lanciata nel 1994 da George Mallory, nipote dell'omonimo alpinista britannico, scomparso sull'Everest nel 1924.
Per fare in modo che il proprio Everesting venga approvato, oltre a registrare 8'848 metri di ascesa, è necessario seguire un unico percorso su un'unica montagna, scendere per lo stesso percorso, è vietato dormire (sono permesse delle pause per mangiare, bere e ricaricarsi) e raggiungere la cima ogni volta...
Ad accompagnare Pasqualin nella sua impresa (che per quanto è dato sapere in Italia non sarebbe riuscita a molti) sono stati Andrea Zerbini, Mauro Landi e Luca Albini, amici nonchè colleghi di lavoro. Il frontaliero comasco, con passione della bicicletta e delle salite e risalite nei primi due giri è stato affiancato da Andrea Zerbini. «Poi, vista la presenza di animali, per cui una possibile situazione di pericolo, mi ha scortato in auto, alternandosi con Mauro - il racconto di Pasqualin, al quotidiano comasco La Provincia -. Al mattino ho ripreso le salite in solitaria». Alla pedalata per la conquista virtuale dell'Everest alle 9,30 di sabato 5 settembre si sono aggiunti anche amici di Roberto Pasqualin. In notturna la ventitreesima e ultima salita, la più impegnativa: «Non ne avevo voglia». Un pensiero durato solo pochi istanti. Ancora Pasqualin: «Ho portato a termine la sfida con solo un po' di stanchezza (c'è da credergli in quanto pedalare per 253 chilometri in neppure 24 ore non è una passeggiata, ndr) senza crampi o dolori, grazie anche alla alimentazione consigliata da Luca», non mancando un grazie grande (quasi) come l'Everest per tutti coloro che lo hanno aiutato. Il regolamento prevede che l'ascesa all'Everest in bicicletta deve essere caricato su everesting.cc dove il team australiano Hells 500: una volta approvata la permormance si entra nella Hall of Fame.