(Aspettando) Generi di conforto

Il blues, quando l’esistenza è la colonna sonora di se stessa

Dall'archivio di un appassionato di musica, Robert Pete Williams in 'Scrap Iron Blues'

Robert Pete Williams, 1914-1980
7 maggio 2021
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Robert Pete Williams, interprete autentico, raro e grandissimo del blues rurale, canta in questo blues da rottamare il perché e il percome è finito in galera con l’accusa di omicidio. L’ambientazione, le parole, i rovesci della vita, il sudore e la voce arrugginita: quando l’esistenza è la colonna sonora di se stessa, allora non c’è niente come il blues. (e.f. - gennaio 2008)

Ogni venerdì, 24 ore prima del podcast, recuperiamo 'pillole' dell'Erminio Ferrari appassionato di musica contenute in 'Generi di conforto', rubrica apparsa su laRegione Ticino tra il 2007 e il 2009 e dalla quale il podcast prende il nome.

Come, dove, quando

Nato nel 1914 a Zachary, Louisiana, Robert Pete Williams passa dal lavorare i campi di famiglia al blues quando a vent'anni acquista la sua prima chitarra. Nel 1956, Williams spara a un uomo in un locale e per questo è condannato a 12 anni di carcere, dal quale uscirà solo due anni dopo grazie a un accordo di ‘servitude parole’, 80 ore di lavoro a settimana non retribuito, solo vitto e alloggio. Il suo primo album, ‘Angola Prisoner's Blues’ è del 1961. Nel 1964, divenuto popolare, suonerà al Newport Folk Festival per poi girare gli States e, nel 1966, l'Europa. Williams morirà 66enne a Rosedale, Louisiana, il 31 dicembre 1980.