Pensare oggi il Ticino di domani

In Ticino, in un futuro non troppo lontano, le prestazioni socio-assistenziali verranno erogate esclusivamente sulla base dei parametri scaturiti dal Morisoli welfare index; il numero dei dipendenti dell’Amministrazione cantonale – docenti e operatori dell’Osc esclusi – non potrà mai superare il rapporto prettamente quantitativo di 1,3 impiegati pubblici ogni 100 persone residenti (che siano anziani, malati o disabili non importa); il tetto massimo di crescita della spesa pubblica fissato a priori sarà dello 0,8% rispetto all’anno precedente, e questo a prescindere dall’evoluzione del Prodotto interno lordo, delle variabili demografiche o di qualsivoglia fenomeno esogeno del tutto irrilevante (tipo i cambiamenti climatici o le crisi migratorie).

Pare che nemmeno i promotori di questa innovativa “visione” di Stato, moderno e flessibile, siano riusciti a quantificare le ricadute finanziarie positive per l’economia cantonale: si parla di un potenziale inestimabile. A cominciare dalla scomparsa della funzione di ‘consigliere di Stato’, che a quel punto diventerebbe obsoleta; dallo smantellamento di interi Dipartimenti governativi del tutto superflui; e dagli astronomici proventi di un progetto residenziale con auditorium (ci sarebbe già una nota impresa di costruzione nostrana interessata alla cosa) denominata ‘Orsoline lifestyle’.

C’è chi, preso dalla foga, avrebbe addirittura proposto lo sviluppo di un algoritmo con codice etico incorporato per facilitare l’amministrazione della giustizia e fare così, di un colpo, piazza pulita pure del terzo potere dello Stato. Ma su questo punto l’Ordine degli avvocati del Canton Ticino (ingaggiato quale consulente esterno) si sarebbe messo di traverso: in fondo – sembra abbiano argomentato – qui a nessuno converrebbe un sistema giudiziario davvero equanime.