laR+ IL COMMENTO

Il Pse e il precario equilibrio fra trasparenza e qualità

Il nuovo aspetto del palazzetto dello sport – con facciate in pannelli metallici e non più vetro – fa discutere. Ed è l’occasione per correggere il tiro

In sintesi:
  • Non solo il nuovo aspetto del palazzetto: anche la riduzione della capienza dello stadio e il siluramento dei progettisti due anni fa sarebbero potuti essere annunciati diversamente
  • Ora il Municipio promette il ‘modello Lac’: regolari rapporti per il Consiglio comunale e momenti informativi per media e cittadinanza
  • Un’inversione di rotta che appare fondamentale, anche per ridurre il rischio di abusi nelle prossime delicate fasi, come pure di ricorsi e opposizioni
L’aspetto del nuovo palazzetto, che sta facendo discutere
(Città di Lugano)
13 settembre 2024
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Garantire la «massima trasparenza» sarebbe stato più facile dietro a uno strato di vetro, invece che di pannelli metallici. L’encomiabile, ma tardiva, volontà della Città di Lugano – assicurare d’ora in poi una comunicazione a tutto tondo sugli sviluppi del più grande progetto di partenariato pubblico privato (Ppp) del cantone – non è propriamente in linea con le facciate che avrà il palazzetto dello sport. Il nuovo aspetto di una delle strutture più importanti del Polo sportivo e degli eventi (Pse) rispetto ai progetti iniziali qualche interrogativo lo pone.

Come mai quest’edificio sarà così diverso rispetto al progetto votato dai cittadini il 28 novembre del 2021, per iniziare. E soprattutto, se la qualità sarà la medesima. L’accordo generale di Ppp prevede che ogni ottimizzazione, come la Città considera le modifiche, sia equivalente se non addirittura migliorativa sotto il profilo di costi, tempi e, appunto, qualità. Sempre l’accordo ci dice che nella scelta dei materiali va privilegiata la durabilità e l’efficienza manutentiva. Cambiare un progetto di massima in corso d’opera non è certo una rarità. Solo il tempo ci dirà se si tratta effettivamente di miglioramenti o se questo è un primo passo verso un gioco al ribasso, ipotizzato dai contrari durante la campagna per il referendum, che come ultima conseguenza peserà sulle tasche dei contribuenti, qualora fosse necessario metter mano a materiali di scarsa qualità.

Ma dato che quest’ultima è tutta da testare e il beneficio del dubbio va dato, in questa fase l’aspetto centrale è sicuramente la trasparenza. Sarebbe dovuta essere migliore a fine 2023, quando è stata pubblicata la variante contenente le novità relative all’oscuramento del palazzetto dello sport. La procedura è pubblica, è vero. Ma il Municipio ha convocato una conferenza stampa – annunciata all’ultimo, con il sindaco in collegamento telefonico dalle vacanze, e piazzata strategicamente un giorno prima di quella dell’Mps, che denuncia irregolarità e un progetto stravolto – per rispondere a un’interrogazione. Avrebbe potuto organizzarne una anche a fine 2023 per presentare i cambiamenti dei quali si discute oggi.

La trasparenza sarebbe potuta essere migliore anche la scorsa primavera, quando si è saputo che la capienza dello stadio diminuirà da 10’000 a circa 8’200 posti a sedere, secondo volontà dell’Fc Lugano. Anche in questo caso la richiesta e la relativa variante di progetto risalgono al 2023, ma la notizia è diventata oggetto di dibattito pubblico a diversi mesi dalla decisione. Trasparenza è mancata anche nel 2022, quando cittadinanza e Consiglio comunale hanno saputo dai media che i progettisti iniziali erano stati silurati. Fatto inusuale e che ha portato a una causa legale ancora pendente.

Per quanto le critiche, o chi «vede sempre il torbido» per dirla con Foletti, possano rappresentare una spina nel fianco per l’esecutivo, hanno il merito di aver contribuito a dare una scossa al Municipio su questo fronte. Una correzione del tiro fondamentale: sono in arrivo fasi molto delicate e importanti del cantiere, con un accresciuto rischio di abusi. Il controllo dell’ente pubblico è imprescindibile. Ma la trasparenza è d’obbligo anche per ridurre al minimo eventuali ricorsi e opposizioni. Lamentarsene, reclamando rallentamenti dei lavori con conseguenze di vario genere senza fare il possibile per evitarli, genera polemiche evitabili e mette in discussione la credibilità.

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