laR+ IL COMMENTO

Aggregazione, se un post va sopra le righe

A volte bastano una foto e una frase sui social per svilire il dibattito. Nel Basso Mendrisiotto è successo e su un tema politicamente già ‘caldo’

In sintesi:
  • Un post su Instagram di stampo sessista ha spiazzato e offeso le donne
  • E rischia di inasprire il confronto fra Centro e Plr, che sulla fusione sono su fronti opposti
Il dibattito a volte esce dai... margini
(Ti-Press)
17 agosto 2024
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Piaccia o no nel Basso Mendrisiotto cinque Comuni – Balerna, Breggia, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo – si sono messi di buzzo buono e, alla fine, si sono seduti al tavolo della Commissione di studio, al loro fianco un consulente esterno, per sviscerare a fondo pro e contro di una aggregazione e consegnare nelle mani del Consiglio di Stato lo studio che darà modo alla popolazione locale di dire la sua. E questo è un dato di fatto. Una occasione imperdibile, viene da dire, per favorevoli e contrari per sfoderare tutte le argomentazioni del caso e aprire un vero confronto: aperto, trasparente e soprattutto intellettualmente onesto, seppur aspro. Una pratica, quella del contraddittorio, che, al momento, appare però in disuso. Oggi una certa politica ha pensato bene di utilizzare un nuovo canale comunicativo, quello dei social, svicolando così dalle regole e dall’etica della responsabilità. Ed ecco che nello spazio di un post il livello della dialettica politica può crollare vertiginosamente. Chi ricorda una delle stagioni televisive virtuose – era la metà degli anni Ottanta quando sulla Rai andava in onda ‘Quelli della notte’ – non avrà scordato uno dei personaggi della ‘banda’ Arbore, Riccardo Pazzaglia, che non mancava di rimarcare “il livello è basso”, rafforzando quelle parole con un gesto della mano rasoterra. Di sicuro davanti al post pubblicato su Instagram sotto il gruppo ‘aggregazionebassomendrisiotto’ sarebbe venuto spontaneo misurare come Pazzaglia il livello dell’esternazione, che in effetti abbassa decisamente il dibattito politico. E ciò a maggior ragione se si pensa che dietro un’etichetta che evoca il progetto si celano, da quanto appurato, persone vicine al Centro di Balerna. Partito che, è risaputo, è contrario all’aggregazione. Non c’era, però, un’altra modalità per ribadirlo? L’essere, per stessa definizione del gruppo social, una “Pagina semiseria che offre informazioni e punti di vista sull’aggregazione tra i comuni del Basso Mendrisiotto” non assolve da certi ‘peccati’. L’immagine restituita da Instagram è quanto mai eloquente e, guarda un po’, ritrae due belle ragazze, mettendo in mostra in particolare la procacità di una delle due. A esaltarla, poi, ci pensa la battuta che l’accompagna; che se voleva essere spiritosa di sicuro non c’è riuscita: “Per farsi notare (da Berna) contano solo le dimensioni?”. Premesso che qualcuno ha detto che l’unione fa la forza; che vi sono prove di esperienze riuscite (anche nel resto della Svizzera); e che nel Mendrisiotto si ha già avuto modo di appurare (con l’Ente regionale dello sport, le fermate Intercity o la corsia dei Tir sull’A2) che ‘aggregarsi’ accresce la forza contrattuale; porsi il quesito sull’efficacia di una fusione nel comprensorio resta legittimo. Ma qui, come detto, è il modo a non essere lecito. A poco, insomma, sono servite le lotte femministe per riuscire ad allontanare il rischio di cadere nel sessismo e nel doppio senso becero. Non a caso le reazioni, offese, al post – di donne, ma anche di uomini (e questo è incoraggiante), alcuni di area liberale radicale – sono state di biasimo e condanna per un’affermazione, si rimarca, che sa di “machismo” e “patriarcato”. Detto che la strada del rispetto della parità di genere è ancora lunga (anche all’interno dei partiti politici), non rimane che sperare che il dibattito ritrovi i giusti toni, modi e ambiti di confronto. Dando la possibilità alla Commissione di studio di fare il suo lavoro. Certe incursioni da guastatori, davvero, non servono a nessuno.