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Shaqiri, tre lustri di genialità

Con la sua fantasia e i suoi gol (alcuni da cineteca), Shaqiri ha contribuito a costruire la credibilità della quale gode la Nazionale rossocrociata

In sintesi:
  • Ha voluto (e saputo) uscire di scena ancora da protagonista dopo il gol alla Scozia
  • Lascia un vuoto, ma la Nazionale ha dimostrato di saper camminare con le sue gambe
(Un gol entrato nella storia del calcio (non solo svizzero))
16 luglio 2024
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È stato quel giocatore che la Svizzera non ha mai avuto. Classe e fantasia sopra la media nazionale, abbinate a un fisico rimasto per tutta la sua carriera l’unica palla al piede capace di frenarlo. Xherdan Shaqiri ha deciso, dopo 14 anni e un Europeo nel quale ha recitato il ruolo a lui non consono della riserva di lusso, di rinunciare alla Nazionale. Un addio che non arriva come un fulmine a ciel sereno, conoscendo il carattere del basilese, poco propenso a recitare il ruolo del comprimario, ma che comunque chiude una delle pagine più significative della storia del calcio svizzero. Shaqiri è stato per anni il volto della Nazionale, l’unico a giostrare regolarmente in club di primissimo piano, dal Bayern all’Inter, dal Liverpool al Lione, per quanto partendo troppe volte dalla panchina, penalizzato da un fisico non del tutto idoneo al calcio moderno: piccolo di statura (169 centimetri), ma molto muscoloso, ha spesso dovuto fare i conti con gli infortuni e l’incomprensione dei suoi allenatori, i quali hanno faticato a trovargli la collocazione ideale in campo. Non però in Nazionale, dove da Ottmar Hitzfeld a Vladimir Petkovic, fino a Murat Yakin nessuno ha potuto e voluto fare a meno di lui, fino a quando le stagioni trascorse a Chicago gli sono costate una condizione atletica sufficiente per poter tenere il passo a livello internazionale.

Con addosso la maglia rossocrociata, Shaqiri ha espresso al meglio tutta la sua genialità, diventando il secondo per numero di presenze (125) e il secondo per numero di reti (32, più 34 assist). E quasi mai si è trattato di gol banali, dalla sforbiciata negli ottavi di finale contro la Polonia a Euro 2016, al mezzo campo bevuto tutto d’un fiato per il gol della vittoria contro la Serbia ai Mondiali 2018, fino al pareggio di pochi giorni fa contro la Scozia, con una di quelle conclusioni che possono scaturire soltanto da una mente calcisticamente superiore, proprio come la decisione, a due minuti dalla fine dei supplementari di un quarto di finale europeo, di provare il gol olimpico.

Certo, è spesso stato un elemento anarchico, uno che si accendeva a intermittenza, indeciso tra la posizione di trequartista e quella di esterno offensivo, ma di giocatori con la classe del 32enne nato a Gjilan e cresciuto come uomo e come calciatore a Basilea, la Svizzera forse non ne ha mai avuti e, forse, non ne avrà più per anni a venire. Segnando in sei delle sette fasi finali alle quali ha preso parte (manca solo Sudafrica 2010), Shaq ha contribuito a costruire la credibilità della quale la Nati gode attualmente. Una Nazionale che ha dimostrato in Germania di essere matura a sufficienza per camminare con le proprie gambe, sotto la conduzione tatticamente ineccepibile di Yakin, la regia di Xhaka e il nuovo che avanza dei vari Ndoye, Rieder, Vargas e compagnia bella. Ma una Nazionale alla quale mancherà quel tasso di genialità che uno Shaqiri in buone condizioni fisiche le ha garantito per quasi tre lustri. Anche da fermo (o quasi), il suo piede è rimasto educato come pochi e l’oculata gestione di Murat Yakin gli ha consentito di regalarsi un’uscita di scena ancora da protagonista. Al contrario, ad esempio, di quanto successo a Cristiano Ronaldo, il cui ego lo ha portato a diventare un peso per il Portogallo e l’ombra del campione ammirato fino a pochi anni fa. Shaqiri questa mesta riverenza non l’ha voluta vivere. Peccato non abbia potuto dire addio dopo un gol olimpico che avrebbe fatto crollare lo stadio di Düsseldorf. Tuttavia, i risultati personali e di squadra lo collocano nell’Olimpo del calcio svizzero. Il suo genio e la sua simpatia mancheranno a tutti i tifosi della Nati…