L’iniziativa per abrogare il Decreto Morisoli appare dispersiva: fra poco ci sarà un'altra sfida che il fronte progressista non può permettersi di perdere
Più volte Maradona ha raccontato che il personaggio chiave del ‘Gol del siglo’ è stato suo fratello Hugo, il ‘Turco’. Alcuni anni prima di Messico ’86, esattamente il 13 maggio 1980, in un’amichevole a Wembley, il miglior giocatore di tutti i tempi fece un’azione molto simile a quella del secondo gol contro l’Inghilterra ai quarti di finale del Mondiale: dopo aver scartato quattro difensori inglesi, Maradona calciò morbido con l’esterno del sinistro sull’uscita del portiere, la palla sfiorò il palo e finì fuori di un soffio. “Cretino – gli avrebbe detto suo fratello Hugo –, non dovevi tirare. Dovevi scartare il portiere e segnare a porta vuota”. Facile dirlo. Ma da qualche parte, nella testa di quel genio ineguagliabile di Maradona, quel consiglio sortì l’effetto desiderato. Così, il 22 giugno 1986 allo stadio Azteca, nella partita che avrebbe assegnato un posto per le semifinali del Mondiale messicano, il numero 10 della Nazionale argentina riuscì a segnare non uno, ma ben due gol straordinari: quello più acclamato, scartando perfino il portiere, come gli aveva suggerito Hugo; e quello più beffardo, il primo, passato alla storia come ‘La mano de Dios’.
Chissà se al segretario cantonale della Vpod Raoul Ghisletta piace il calcio. Chissà se ha mai giocato a pallone. Quel che è certo è che Ghisletta non è Maradona. Con la raccolta firme lanciata negli scorsi giorni, volta a (ri)portare la popolazione ticinese al voto per abrogare il Decreto Morisoli, il segretario della Vpod pare stia rischiando molto più di quanto potrebbe ottenere. Riprendendo la metafora calcistica, sembra quasi che potendo semplicemente lasciare entrare la palla nella porta vuota, Ghisletta abbia preferito fermarla, aspettare il recupero del portiere, per poi provare a scartarlo e segnare in grande stile. Peccato, però, che non abbia contemplato che fra poco ci sarà una sfida più importante che il fronte progressista non può permettersi di perdere: una sfida in cui, se fosse necessario, dovrebbero essere pronti a segnare con lo stinco, il ginocchio o addirittura con la mano, anziché azzardarsi a mancare la rete.
La data della vera partita è il prossimo 9 giugno, giorno in cui saremo chiamati a pronunciarci a livello cantonale sull’iniqua riforma fiscale voluta dalla maggioranza liberista del Gran Consiglio (Lega-Udc-Plr), che intende ridurre del venti per cento l’aliquota massima dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, andando tra l’altro a incidere negativamente sul gettito dei Comuni. Quella domenica si definirà pure la sorte delle misure di compensazione a favore dell’Istituto di previdenza del Cantone, misure approvate dal parlamento (contrari: Lega e Udc) per risanare la cassa pensione dei dipendenti pubblici. Pure il credito per l’acquisto del ‘Norman-building’ (anche denominato ‘Cittadella della Giustizia’), come l’Ipct, verrà sottoposto al meccanismo del referendum finanziario obbligatorio. Insomma, un appuntamento elettorale che potrebbe fungere da spartiacque per l’intera legislatura.
Ecco perché, da un punto di vista pragmatico, l’iniziativa popolare per abrogare l’ignobile – ma praticamente defunto – Decreto Morisoli appare dispersiva, forse addirittura controproducente. Soprattutto se si tiene conto di una vecchia regola non scritta del calcio: i gol mancati sotto la porta avversaria spesso si subiscono nella propria.