Dalla proposta di un’alleanza agli scenari di una corsa individuale: il punto sui due partiti moderati a un anno dalle Comunali del 2024
Non si può non partire da lì, dalla proposta di Roberto Badaracco in vista delle elezioni comunali a Lugano del 2024, se si vuole fare il punto sui due partiti moderati a un anno dal rinnovo dei poteri locali. Facendo rumore ampiamente oltre i confini cittadini, il vicesindaco ha proposto di aprire le trattative per un’alleanza fra Plr e Centro per il Municipio. Rompendo di fatto un tabù che, soprattutto da parte liberale radicale vigeva dopo la disfatta delle elezioni federali 2019, l’iniziativa verrà valutata nei prossimi giorni dai vertici sezionali. Quantomeno discuterne è un segnale positivo.
Ma è anche segno che, a dieci anni dalla traumatica perdita del sindacato e della maggioranza relativa nell’esecutivo della Città più grande del cantone, cresce la consapevolezza che il Plr per tornare a essere una voce trainante deve cercare intese. Non solo puntuali, ma programmatiche. È una prova di maturità. Storicamente composto da (almeno) due anime, a Lugano il partito da anni è lacerato da divisioni significative che – seppur non una novità nella sua lunga vita – si ripercuotono sulle sue performance elettorali. E dire che, a differenza di destra e sinistra che sono certamente più indietro da questo punto di vista, di figure con un buon potenziale ne avrebbe. Anche acquisite: rispettivamente di pochi anni e pochi mesi fa i trasferimenti in città delle due granconsigliere Alessandra Gianella e Natalia Ferrara.
Ma i nomi di punta saranno i due uscenti: il pragmatico vicesindaco e l’energica Karin Valenzano Rossi. Nel valutare l’operato di quest’ultima, non si può fare astrazione dalla controversa gestione della bomba che le è scoppiata in mano appena eletta – dossier ex Macello –, che peraltro aspetta da lungo tempo un giudizio penale di secondo grado nonché un vero e costruttivo dibattito politico. D’altra parte, Badaracco si è distinto per alcune fughe in avanti che alla maggioranza del Municipio non sono piaciute. Indipendentemente da pregi e difetti, i due municipali devono trovare un affiatamento personale che in questa legislatura è sin qui mancato per presentarsi in maniera credibile di fronte a un elettorato che da anni si sta disaffezionando all’ex partitone e soprattutto nei confronti di eventuali alleati.
Papabili alleati che la porta la tengono a ragion veduta aperta. Pur avendo tamponato perdite di consensi decennali sia a livello cantonale sia in Città alle Comunali del 2021, il Centro da solo resterebbe la quarta forza politica dopo Lega-Udc, Plr e Ps-Verdi. In termini di peso politico, da un’alleanza avrebbe da guadagnarci. Come il Plr, oltre all’uscente Filippo Lombardi, ha diversi candidati spendibili: dal capogruppo Lorenzo Beretta Piccoli al suo predecessore e brillantemente neogranconsigliere Michel Tricarico, l’ex presidente sezionale Laura Tarchini e la (quasi) prima cittadina cantonale Nadia Ghisolfi. E non dimentichiamo il presidente attuale, già municipale e consigliere di Stato, Paolo Beltraminelli.
Adesso è una questione di volontà. E di legittima strategia: con una Lega in difficoltà, un’Udc in crescita e una destra in generale con gli occhi puntati sul risultato di Marco Chiesa alle Federali, l’occasione per ribaltare la maggioranza c’è. Più che al passato remoto delle risse in osteria fra liberali e conservatori, bisogna tener conto di quello più recente. Guardando al presente e al futuro, emergono più le affinità che le diversità fra i due partiti. Ma attenzione a non ripetere gli errori alle Federali del 2019: un’eventuale intesa sia ragionata e condivisa.