Dopo il fattaccio Semine-Locarno sono in arrivo sanzioni esemplari. Ma l’augurio resta che il calcio regionale ritrovi i veri valori dello sport amatoriale
Precisione o velocità. Un vecchio dilemma calcistico con esponenti di spicco su entrambi i fronti. Prendiamo due icone: Marcelo Bielsa e Josep Guardiola. Il ritmo altissimo è il marchio registrato delle squadre dell’allenatore argentino. Nella sua maniacale tattica di occupazione geometrica del campo, la velocità della transizione tra le linee ha una valenza preponderante rispetto alla precisione assoluta – e a volte soporifera – praticata dalle squadre di Pep (con il Barcellona lirico di dieci anni fa quale esempio più eclatante). Parliamo chiaramente di due estremisti delle proprie convinzioni. Precisione in velocità è invece il traguardo che, ogni tanto, certe squadre riescono a raggiungere (l’Olanda di Cruijff o il Real Madrid pluricampione di Europa di Zidane, giusto per citare un paio di esempi), e che funge da sintesi a quelle due virtù solo in apparenza antitetiche.
Anche estremi, ma un po’ meno veloci e precisi, sono spesso gli interventi che riempiono ogni fine settimana i campi del calcio regionale. Campetti abitati da giocatori anonimi che si battono per portare a casa i tre punti e un po’ di soddisfazione personale con le migliori risorse a loro disposizione. Tanta passione soprattutto, e perché no un certo talento. Basta girare un po’ il Ticino un sabato pomeriggio qualsiasi e senza grande fatica si finisce davanti a una di quelle partite tra sconosciuti in cui molti ci lasciano il cuore pur di vincere con la propria squadra. C’è chi invece, ogni tanto, ci lascia una caviglia o un ginocchio. Sono i rischi del gioco, per carità. Ma finché a prevalere è il fair play, va tutto bene. A vederli, sembra che siano convinti di stare giocando la finale di un Mondiale. I protagonisti lo vivono proprio così. “È l’agonismo, bellezza”, direbbero. Agonismo che per chi ama davvero il calcio è presente ovunque: nelle partite dei Seniori e in quelle dei minori, con gli amici nel campetto sotto casa e nelle giornate di Seconda o Terza lega.
Già, Terza lega. Quella categoria di cui ci siamo ritrovati costretti a riferire per quel brutto fattaccio di una settimana fa, quando i giocatori del Semine si sono menati con quelli del Locarno. Uno spettacolo triste e completamente diseducativo. Le immagini le abbiamo viste tutti e parlano da sole. Inaccettabili, anche se purtroppo non una novità.
Ieri la Federazione ticinese di calcio ha informato di aver affidato all’avvocato Andrea Rotanzi – membro della Commissione inchieste – il compito di approfondire quanto accaduto. Un esaustivo rapporto è atteso per l’inizio di ottobre, dal quale probabilmente scaturiranno delle sanzioni esemplari. E ci mancherebbe altro.
Ai tribunali disciplinari spetta quindi il verdetto di loro competenza. A noi invece, appassionati dello sport più popolare del Pianeta, noi che spesso su un campo da calcio sentiamo le pulsazioni a mille quando l’arbitro fischia un fuorigioco inesistente, che più di una volta avremmo voluto spiegare un bel po’ di cose a quell’avversario che ha fatto volare in area di rigore un nostro compagno con un intervento poco sportivo, a tutti noi che non siamo né precisi né veloci, resta soltanto da esprimere l’auspicio che nel calcio regionale possano coesistere due componenti fondamentali che non sono assolutamente in contraddizione: il rispetto nell’intensità.