laR+ Commento

La questione è che i Måneskin fanno paura

Nel senso che suonano da paura, cantano da paura, hanno vent'anni e ai rockettari con la sciatica proprio non va giù (e comunque, a rimpiangere i Queen son bravi tutti)

Se è per questo, Iva Zanicchi ha posato nuda per Playboy (Keystone)
25 maggio 2021
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Il giorno dopo l’Eurovision Song Contest lo spettacolo si sposta sul web, che ha poco da invidiare agli effetti speciali digitali di Rotterdam: “Disgustoso! Questi Maneskind (sic). Chi si ricorda la canzone con la quale hanno vinto Sanremo? Nessuno!”; e subito sotto: “Guarda che è proprio quella con cui hanno vinto Sanremo...”. E poi: “Ci credo che hanno vinto, hanno mobilitato un’intera nazione per votarli!”; e subito sotto: “Guarda che la loro nazione non poteva votarli...”. Sempre dal ‘Best of Facebook’: “Oggi vince solo chi urla, chi sbraita, devi cantare ‘forte’ così sei bravo!”; e subito sotto: “E allora Tony Dallara, Adriano Pappalardo e Fausto Leali?”.

Su tutte, in nome dell’inclusione tanto cara al concorso-arcobaleno che premia, al di là del premio, le diversità, c’è il filosofo: “Essere sballato gay, oggi è tutto”. E subito sotto non c’è scritto “Guarda che Damiano dovrebbe essere etero”, perché l’informazione, oltre a non essere di pubblica utilità, sarebbe del tutto superflua: non è una novità che per qualcuno, un tizio vestito di pelle nera con i tacchi alti è per forza gay e probabilmente anche sballato. E oltre che gay è pure “terrone e analfabeta, per fare più successo” (un altro filosofo, subito sotto).

La categoria degli Eurohater è senz’altro la più colorita, ma negli anfratti della rete vivono anche i cultori della purezza della razza musicale, quelli che “il rock and roll sì che mi piace, non ha mai deluso nessuno” (citazione dei diversamente diversi Elio e le Storie Tese) e che una volta che il rock and roll si palesa con quattro ventenni, per una volta, oltre i molti defunti o impasticcati idoli del genere, una volta che i Maneskind (sic) ottemperano a quel “maledetto rock and roll” che “spacchi gli alberghi, orini sul mondo” (sempre i diversamente diversi Elii), ecco che i puristi della razza ripudiano e tirano fuori dallo scaffale del salotto l’Enciclopedia del Rock citando, come versetti biblici, titoli di album, nomi e cognomi dei padri fondatori, date e luoghi della storia, fumi sull’acqua, piogge di porpora e pietre rotolanti. Tutte tavole di Mosè, sia chiaro, senza le quali oggi canteremmo ancora ‘Vola colomba’. Ma a parlare dei Måneskin solo per rimpiangere i Queen sono buoni tutti. Forse anche i Måneskin.

 

 

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