Massimo Immersi pone l’accento sul nuovo spirito che, dopo gli screzi e i dissidi del passato, anima il partenariato del TeamTicino
La calma dopo la tempesta. E con la calma si lavora decisamente meglio. Direttore che ha attraversato le acque agitate del Team Ticino uscendone non naufrago, bensì capitano ormai navigato, Massimo Immersi pone l’accento sul nuovo spirito che anima un partenariato rilanciato, leggermente rivisto e concetto in alcuni suoi tasselli, ma non nel suo principio fondamentale, legato alla formazione dei giovani talenti del calcio ticinese. C’è comunione d’intenti, c’è voglia di mettersi al lavoro. Non a caso, sono i due migliori presupposti possibili affinché un progetto a lungo discusso che ha trovato la pace che andava cercando possa essere portato avanti. Con la necessaria complicità e partecipazione di tutte le parti in causa.
Screzi e dissidi, discussioni e litigi, fanno parte del passato. La pandemia ha solo rallentato un processo ripartito a tarda primavera con i migliori auspici, forte del consenso unanime da parte di chi lo manovra.
Forte anche di numeri che dicono che il Team Ticino di talenti ne sforna. Parliamo di ragazzi che hanno trovato spazio in “una prima squadra”, concetto sul quale i responsabili insistono, indicandolo come il punto di arrivo del processo di formazione che, a livello di calcio d’élite, parte dall’Under 15, la realtà in cui bisogna cominciare a capire dove si è arrivati. Dove si passa dalla cantonale all'autostrada, come dice Immersi parla di marcia superiore da innestare.
Il tempo: ecco un altro concetto di fondamentale importanza. Il giovane non va mandato allo sbaraglio, o dato in pasto al calcio degli adulti senza fornirgli le basi tecniche e mentali per assorbire il colpo (o il contraccolpo) di un salto di qualità che non è scontato nemmeno per chi ha i numeri per imporsi. In quest’ottica, ben venga la Under 21 “ereditata” dal Lugano, rimasta di matrice bianconera e affidata a ex calciatori che hanno molto da insegnare a ragazzi che ambiscono a diventare dei professionisti. Calciatori ancora in formazione che hanno il tempo di cui sopra per un confronto con il calcio dei grandi, senza però avere la pressione addosso tipica delle realtà professionistiche nelle quali sognano di approdare. È un lungo corteggiamento, che non sempre va a buon fine. Quelli ai quali riuscirà il salto sono una minoranza. La lista di chi ce l’ha fatta è abbastanza lunga, se si considera la massa critica cantonticinese. La lista dei papabili lo è anche di più, ma dovrà passare al vaglio di una scrematura inevitabile e quindi si accorcerà.
I dettami del Team Ticino non sono cambiati, tuttavia una differenza c’è, rispetto al recente passato, e non è un dettaglio di poco conto: tutti remano nella stessa direzione e condividono i principi che stanno alla base del concetto di formazione di un partenariato che si prefigge di preparare i talenti ticinesi al calcio professionistico. Lavorare in armonia e collaborare è l'unico modo per fornire a chi supererà lo scoglio delle giovanili gli argomenti all’altezza del compito che li attende nella dimensione superiore, quella in cui si mettono in pratica gli insegnamenti ricevuti. Insistendo su valori che possano essere utili anche a coloro che non ce la faranno, e saranno inevitabilmente tanti. Si parta da un buon insegnamento, così da avere la garanzia che nessuno si perderà per strada, promosso (dal calcio) o respinto che sia.