laR+ Commento

Ghiaccio bollente e tanti punti interrogativi

Mentre Ambrì e Lugano tornano a pattinare, il Losanna rinvia l'appuntamento col ghiaccio in attesa di novità

Vodesi in 'timeout' (Keystone)
8 agosto 2020
|

Il brusco stop di fine febbraio, proprio sul più bello, aveva lasciato l’amaro in bocca. Niente gran finale per l’hockey, e tutti in vacanze anticipate causa coronavirus. E addio pure ai Mondiali casalinghi, rinviati a data ancora da definire. Insomma, quella che doveva essere memorabile per il disco su ghiaccio nazionale, alla realtà dei fatti, è stata una stagione catastrofica. Anche per le finanze dei club, che si son visti privati di una bella fetta di introiti derivanti dal post-season.

Cinque mesi e mezzo dopo aver fatto calare in fretta e furia il sipario sulla stagione 2019/20 (di fatto mai esistita perché, semplicemente, i club hanno deciso di non assegnare il titolo), l’hockey tenta d rialzare la testa. Mentre in Nordamerica la Nhl prova bene o male a condurre in porto la stagione più tribolata (e lunga) della sua storia, in Svizzera si è già voltato pagina da tempo, passando al capitolo 2020/21.

Dopo una preparazione ‘a secco’ durata anche più del normale, dove a dettare i ritmi e, soprattutto, le regole è stata la pandemia, adesso è tempo di ghiaccio. Lugano e Ambrì Piotta, con i primi di agosto, nonostante l’afa opprimente, sono tornati a sudare sul ghiaccio, e all’orizzonte si delineano già i primi test amichevoli (oggi per i biancoblù di Cereda, domani per i bianconeri di Pelletier, entrambi ospiti dei Rockets a Biasca). L’obiettivo comune è quello di farsi trovare pronti per l’inizio del campionato, fissato per il 18 settembre. Tutto come da programma, quasi a voler rivendicare una ritrovata normalità (o nuova normalità che dir si voglia) in un contesto che di normale, però, ha davvero poco.

I punti interrogativi che caratterizzano queste prime pattinate agostane sul ghiaccio delle varie piste non sono tuttavia pochi. A cominciare da quello più pressante: il campionato 2020/21 inizierà effettivamente il 18 settembre? Una prima risposta la potrebbe fornire il Consiglio federale, che mercoledì dovrebbe esprimersi sulle disposizioni da adottare in ambito del contenimento della pandemia per le grandi manifestazioni, ora limitate a un’affluenza di mille persone. E, subito a ruota, spetterà poi alla Lega, ossia i rappresentanti dei club di National e Swiss League, prendere le proprie decisioni. Fermo restando che la stragrande maggioranza dei club aveva già dichiarato di non essere disposta a iniziare una stagione con una tale limitazione delle entrate. Di fronte a questa prospettiva, appare più che legittimo nutrire qualche dubbio sul fatto che l’ingaggio d’apertura della stagione possa essere effettuato per davvero la sera del 18 settembre. In Ticino, il calo dei contagi giornalieri lascia spazio a un cauto ottimismo sul fatto che il campionato possa decollare per quella data, ma nel resto della Svizzera non tutti la pensano così. Emblematico, in questo senso, è il caso del Losanna, che proprio a inizio settimana, mentre i giocatori di Lugano e Ambrì Piotta effettuavano le loro prime pattinate dopo mesi di forzata astinenza, ha deciso di posticipare a data da stabilirsi (una volta fatta un po’ più di chiarezza sul futuro) il suo ritorno sul ghiaccio per gli allenamenti collettivi, lasciando libera scelta ai giocatori se allenarsi individualmente o no.