Commento

Vacanze, ozio ma senza schermi

Allievi a casa sino a fine agosto, che fare durante la lunga estate?

22 giugno 2018
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Da questa settimana migliaia di studenti si ritrovano a casa. A far che? A questa domanda possono esser date tante e diversificate risposte.

Ci sarà chi si godrà ‘semplicemente’ l’ozio, che a ben guardare dopo alcune settimane può anche rivelarsi un’operazione impegnativa. Perché le settimane di vacanza sono tante e a un certo punto può anche subentrare la noia. Una noia che sa anche essere potente e impietosa, che può persino ritorcersi contro i (poveri) genitori, che si sentono dire dai figli (spesso da quelli alle Medie) ‘mi annoio, che faccio?’. Così il genitore che si sente rivolgere – svogliatamente – quelle domande pensa fra sé e sé ‘ah, avessi io tutto quel tempo libero dopo anni di lavoro, saprei benissimo che farne!’, e si fa in quattro per proporgli: ‘Vai a fare un giro in città; vai in piscina; vai in bici; vai, esci e incontra degli amici…’ senza però riuscire a far troppo breccia. Se poi il genitore inizia a dire al figlio ‘noi alla tua età sapevamo benissimo cosa fare, i genitori non ci organizzavano mica la vita…’ apriti cielo, visto che quello che viene dagli ‘antichi’ sa spesso di muffa. Sarà, ma trent’anni fa si andava, per esempio, ad aiutare i contadini a far fieno, a mungere le vacche anche solo per una forma di formaggio che poi assaporavi in famiglia a settembre al rientro al piano.

Poi ci sono – altra categoria di allievi – quelli che sanno organizzarsi: un po’ di ozio, un po’ di letture, un po’ di sport, un po’ di studio, viaggi pensati…

Poi, altra categoria, ci sono quei ragazzi che non fanno in tempo a finir la scuola, che – non di certo per loro libera scelta – si ritrovano la valigia già bell’e fatta dalla mamma e l’estate super organizzata, settimana dopo settimana. Quindici giorni all’estero in un college, subito dopo un paio di settimane in montagna in qualche luogo possibilmente esclusivo, poi settimane molto particolari provando questa o quella attività, arrivando come satelliti a settembre, senza aver fatto vacanza... Il tutto finisce per costare non poco ai genitori, ma è il prezzo che sono disposti a pagare per poter (non dover!) lavorare sodo e tranquillamente anche durante l’estate. Il figlio fa un po’ la fine del pacco sballottato di qua e di là, ma è in mani sicure e i genitori sono tranquilli. Ora, non sarebbe male che pensando alla ‘Scuola che verrà’, il Cantone facesse anche una riflessione sui mesi estivi: le strutture ci sono (aule, palestre e biblioteche), i docenti disponibili non mancano, gli allievi potenzialmente interessati a qualche offerta particolare, invitante e a basso costo neppure. È possibile, immaginabile, pensare a qualcosa di più esteso rispetto a quanto già organizzato dai Corsi lingue e sport? Magari anche invitando gli allievi traballanti a frequentare, verso la fine delle vacanze, corsi cantonali di recupero? E offrendo agli altri la possibilità di fare nuove e ulteriori esperienze nel mondo della conoscenza nel senso più ampio possibile? Il tutto, potrebbe servire anche da stimolo per chi si abbandona alla semplice pigrizia (che non è il salutare ozio), rifugiandosi in camera e passando gran parte dell’estate a tu per tu con un (maledetto) schermo. Evitare per tempo certi voli (senza paracadute), è la via migliore nella quale investire.