laR+ Lettere dei lettori

Grand Hôtel dove andrai a finire?

Il lungo articolo sull’albergo locarnese, apparso su laRegione di venerdì 20 dicembre, è accompagnato da una foto datata. Infatti da poche settimane svettano le antenne posizionate sul cantiere Grand Hôtel per segnalare la volumetria di una nuova costruzione. La stessa sorgerà a ridosso dell’albergo e confinante con il fiume Ramogna. Sulla foto dell’articolo le antenne non ci sono.
Vorrei chiedere ai proprietari, agli enti preposti alla protezione dei beni culturali, al legislativo della città di Locarno e del Canton Ticino perché parlate del Grand Hôtel come patrimonio culturale del Ticino, bene protetto da ristrutturare con cura e con il massimo rispetto? Perché allora costruirgli accanto una colata di cemento? Le antenne parlano chiaro. Una volta tolte seguiranno gli scavi per la nuova costruzione, ciò significherà per Locarno arricchirsi di un binomio architettonico vecchio/moderno discutibile.
E se poi in buon dialetto a bocce ferme dovremo dirci: “Pecàa l’è propi diventàa na scarpa e na zocra”, tradotto in modo un po’ più elegante, un progetto nato bene e finito zoppo.