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Sanità, paga sempre il più debole

Il finanziamento del sistema sanitario svizzero ha uguali solo negli Stati Uniti, dove si fa di peggio considerato che chi perde il lavoro perde pure la copertura finanziaria delle cure. In Svizzera, gran parte delle spese è sulle spalle delle singole persone che già pagano le imposte comunali, cantonali e federali. I premi di cassa malati rappresentano oggi una vera e propria imposta sulla salute che, a differenza del sistema tributario, non è proporzionale al reddito, ma uguale per tutti. La domestica paga la stessa fattura del datore di lavoro miliardario.
Va bene così? Abbiamo qualche dubbio, considerato che in Europa, in tutti gli altri Paesi, è lo Stato che si assume i costi e non i singoli contribuenti. Ma la sanità svizzera è di altissima qualità e costa parecchio. Il Ticino non fa eccezione, anzi casomai conferma la regola (è qui infatti che i premi assicurativi ogni anno schizzano in alto).
Tuttavia, mi chiedo se agevolare la concorrenza in questo settore sia un vantaggio o uno svantaggio per la comunità che deve curarsi e proteggersi dalle malattie. La sanità privata, magari di qualità, attiva oggi in Canton Ticino è davvero una necessità o piuttosto agevola il perverso rapporto commerciale offerta-domanda? Più ce n’è, più ne consumo, più spendo.
Questioni complesse, me ne rendo conto e al momento ai ticinesi e alle ticinesi resta solo la “fregatura”, ovvero rischiano anche quest’anno di vedersi decurtare, se non addirittura togliere, il sussidio pubblico (Ripam) che aiuta a pagare i premi. Come dire, visto che non siamo in grado di venirne a capo, iniziamo col far pagare a chi già guadagna poco e fatica a campare. Giusto per coerenza, perché sino a oggi è sempre andata così.
Ma ancora sino a quando?