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Disarchitettura ostile

Vorrei condividere il mio punto di vista con il signor Luca Schenato in merito alla questione delle panchine di ‘Architettura ostile’ (laRegione, 25.10.2024).
In alcune aree di Giubiasco e in alcuni quartieri di Bellinzona, sono state sostituite panchine e ne sono state installate di nuove, senza un’approfondita riflessione sul loro scopo principale: offrire un punto di pausa o di attesa, piuttosto che semplici supporti per riallacciarsi le scarpe... È evidente che non si è tenuto conto del fatto che ogni panchina dovrebbe servire a far rilassare le persone. La mancanza di schienali, un elemento fondamentale per garantire comodità, è un aspetto che salta all’occhio (via Fabrizia). Inoltre, talune superfici di seduta sono scomode perché irregolari e poco ergonomiche, quasi progettate per indurre le persone a lasciare il posto il prima possibile. Un esempio di panchine che uniscono comfort, solidità e forma gradevole sono quelle collocate attorno alla Casa per anziani “Aranda” di Giubiasco: non solo offrono un buon supporto, ma si asciugano rapidamente dopo la pioggia. Vorrei cogliere l’occasione, offerta da questo spazio, per evidenziare all’Amministrazione comunale l’importanza di installare alcune panchine nella zona della golena tra il quartiere Giubiasco e la città, rispondendo così a una necessità che renderebbe l’area più accogliente e fruibile per i cittadini di qualsiasi età. Attualmente, le passeggiate in golena sono spesso rese meno agevoli dalla mancanza di punti di sosta lungo il percorso. Mi auguro, senza riserve, che il mio appello venga preso in considerazione e che si possa assistere a un miglioramento in questo ambito. Concludo con una citazione: “Le panchine senza schienale sono come un letto senza materasso”.

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