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La sinistra odia Israele?

Vorrei esprimere qualche pensiero sullo scritto del presidente dell’Associazione Svizzera-Israele, che incolpa la sinistra di essere colma di odio per Israele. Lo ringrazio per l’alta considerazione che nutre per la mia area politica: se tutte le voci che oggi si levano per denunciare i massacri compiuti da Israele fossero di sinistra, allora saremmo all’alba del Sol dell’Avvenire direi. Azzardo una spiegazione più realista: i massacri hanno preso una dimensione che non può più essere ignorata, nemmeno in una società apatica come la nostra, da nessuna parte politica.
Weiss sostiene che Israele venga criticato per non essere migliore degli altri nel rispetto del diritto internazionale. In realtà viene criticato per aver raggiunto un punto di brutalità con pochi eguali, che corona mezzo secolo di violazione del diritto internazionale: occupazione illegale di territori, colonizzazione illegale degli stessi, intimidazione e saccheggio a danno degli autoctoni.
40 morti arabi per ogni morto israeliano: bisogna proprio essere di sinistra per vedere in questo rapporto una disumanizzazione dell’avversario?
Fra chi ha analizzato le cause che hanno reso il 7.10.23 il più grande flop del sistema di difesa e intelligence nella storia di Israele, spiccano queste due: per confinare Gaza negli anni precedenti si è sopravvalutata la tecnologia automatizzata dei sistemi di sicurezza e, disumanizzando gradualmente la percezione nei confronti dei palestinesi, non si è stati in grado di crederli capaci di una razzia di tale portata.
Come ha detto l’ex premier Olmert: “Hamas ha fatto quello che di solito facciamo noi: effetto sorpresa, astuzia e pensiero fuori dagli schemi”. Vorrei ricordare che dall’altra parte ci sono esseri umani, come pure dalla sua. Non è destra né sinistra.

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