Negli scorsi giorni una maggioranza del Gran Consiglio (e non era così caldo da non saper ragionare) ha deciso di abolire la tassa di collegamento decisa dal popolo nel 2016. Qui non si discute se sia giusta o iniqua, dipende dalle opinioni. Qui si discute sul fatto che molti deputati che si ritengono rappresentanti (eufemismo) del popolo abbiano dato un colpo di spugna a una sua decisione, ignorando le più elementari regole di democrazia. Bene ha fatto Claudio Zali a dire quel che ha detto nel denunciare l’incomprensibile, inspiegabile schiaffo che i cittadini hanno ricevuto. Non è la prima volta che accade, è già successo altre volte. Per richiamarne uno di questi schiaffi (o messa in quel posto senza che la cassa malati copra le spese per l’unguento) la recente decisione del Consiglio nazionale, per iniziativa di una deputata del Centro, di sostenere con diversi milioni l'aiuto alla stampa, dopo che anche in questo caso, il popolo aveva detto no al finanziamento. Bene, siamo al limite del tollerabile, dove coloro che ci vogliono rappresentare, fanno quello che vogliono e ci ingannano, dopo aver sparso santini, baci, abbracci, bevute e promesse che sanno di non poter mantenere, inventano commissioni, sotto commissioni, commissioni straordinarie, per spartirsi i gettoni di presenza, senza alla fine risolvere nulla. Intanto ad eleggerli sono ormai quattro gatti, che andando avanti di questo passo diventeranno due. Tanto vale allora vivere sotto dittatura, che le decisioni le prende uno solo ma almeno il popolo non viene interpellato e nemmeno preso in giro.