Il conflitto fra Ucraina e Russia non accenna a risolversi!
Non riusciamo ad immaginare quale potrebbe essere la soluzione giusta per porvi fine. La Russia esige come condizione imprescindibile l’annessione delle quattro province del Donbass, oltreché della Crimea, mentre l’Ucraina non è disposta a concessioni territoriali. Il dramma è che “certo pacifismo” ipotizzi il rifiuto alla legittima richiesta dell’Ucraina di poter utilizzare le armi fornitele per colpire i siti militari in Russia, da dove partono i missili e i bombardieri che la stanno radendo al suolo. Fornire le armi, ma porre dei veti sulle modalità del loro uso, appare insensato ed illogico. Non significherebbe affatto l’entrata in guerra di quei Paesi che le fornissero, ma queste armi potrebbero tuttavia risultare determinanti per dare una svolta significativa ed un valido aiuto ad un Paese che si difende da una brutale aggressione!
L’uso delle stesse dovrebbe essere lasciato alle sole scelte di chi pensa di farne un uso ottimale a difesa dei propri interessi.
Concedere un certo permesso all’uso delle armi, ma imponendo certi limiti, è un «unicum» mondiale. E tuttavia l’Ucraina, anche se sotto una pioggia continua di piombo, è l’unico Paese che rispetta il criterio delle autorizzazioni.
Il Cremlino minaccia di considerarsi in guerra con i Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina: sarebbe come immaginare che la stessa considerasse suoi nemici Cina, Iran e Corea del Nord, da cui il Cremlino riceve bombe, missili, droni e quant’altro viene usato per colpire l’Ucraina. Rifiutare il consenso, a chi si difende, di usare come meglio crede le armi ricevute, significherebbe mostrare una certa “sottomissione reverenziale” verso chi ha osato aggredire e brutalmente invadere un popolo fiero e tenace!