L’arte delle “fake news” dilaga ogni dove. Non fa eccezione il giornalaio di Via dei Boglia al quale le ferie estive han fatto male, e molto. Nel suo sermone domenicale dedica solo un trafiletto sul raduno catechistico del 1° agosto (quattro gatti si dice e con la solita e stantia filippica ad uso e consumo del popolazzo dei soliti catechizzatori) ma dedica una pagina intera in stile supercazzola agli ultimi accadimenti ticinesi. Ci racconta che il sindaco Alberti nel Cda dell’Eoc è stata una scelta politica, Ma vah! E di grazia chi era l’incontestabile supercoordinatore all’epoca le cui scelte andavano e vanno condivise senza un plissé? Non era forse lui, il Norman? E non è sempre lui in cima alla piramide verticistica del Di che fra altre cosette ha in grembo la Giustizia ticinese? Allora dove lo collochiamo il fallo? Però anche lui come il poco democratico Zali, suo collega di pranzo (sarebbe inopportuno parlare oggi di merende) che del lupo che mina il lavoro alpestre di tutto il Cantone pare non ne voglia sapere di nulla o giù di lì. E qui due ultime domandine facili si impongono: a cosa servono due consiglieri di Stato se poi le colpe sono sempre degli altri quando le cose vanno male? Ma il predicozzo domenicale non poteva finire in modo semplice senza una chicca da predica islamista. Ci mancherebbe. Ed eccoti la sortita a vuoto non prima di prendersela con il direttore de laRegione al quale non gli arriverebbe alle caviglie nemmeno in punta di piedi e con le mani alzate laddove tuona: “Chi entra nella lega pensando di occupare a fini personali qualche cadrega meglio che desista perché noi non siamo come gli altri”. E lui che ci fa a Berna? Alla faccia. Ma noi che non siamo dalla parte dell’Imam della domenica la risposta già l’abbiamo ed è molto semplice: le cadreghe leghiste sono finite, tutte ormai già assegnate! Almeno fino al prossimo giro di giostra.