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Primo agosto e bandiere

Di buon mattino, approfittando di un po’ d’aria fresca, ho fatto una passeggiata attraverso le vie e le piazze del Locarnese, transitando, fra l’altro, sulla stradina rossa al lago. Poca gente in giro. Qua e là qualche persona con il cane, alcune biciclette e uno sparuto numero di sportivi a corsa o a passo di jogging. Su una terrazza una grande bandiera rossocrociata fluttua alla leggera brezza. Fatto che mi ha ricordato che oggi è il Primo di agosto. Poi ho cominciato a osservare terrazze e finestre di palazzi e case: tante, molte ne ho guardate. Non le ho contate. Il mio sguardo rincorreva e cercava la bandiera svizzera. Ne ho viste poche, davvero molto poche lungo i circa sette chilometri percorsi. Istintiva qualche riflessione. Difficilmente, un turista di passaggio avrebbe notato che oggi qui si festeggia una ricorrenza importante. Forse non è più di moda esporla? Un gesto ritenuto senza significato? Ma loro, le bandiere, le poche che ho notato mandavano, in ogni caso, un segnale rassicurante: ci siamo, è bello farci vedere! Alcune portavano i segni dell’età, un po’ logore, sbiadite dal sole; altre nuove di zecca. Talune grandi, svettanti con signorilità, altre piccole, poste a volte dietro i vetri, appena visibili quasi a mostrare timidezza. Il pensiero corre al Patto federale del 1291, atto con il quale le Comunità di Uri, Svitto e Nidvaldo posarono le basi della Confederazione Svizzera. E poi al 1899 quando il Consiglio federale invitò i Cantoni a far suonare le campane la sera del Primo agosto. Aumentarono i festeggiamenti con discorsi politici, falò, fuochi d’artificio (oggi banditi in certi comuni della Svizzera), per arrivare infine al 1994, dopo che il popolo in votazione federale (26 settembre 1993) decretò che il Primo di agosto fosse giorno festivo. Ho anche pensato all’orgoglio nazionale che letteralmente esplode in occasione di eventi sportivi (calcio, olimpiadi…), sottolineato con magliette, cappellini e gadget vari, anche da supporter di varie origini: e questo è bello! E allora arrivata a casa ho tolto dal cassetto la mia bandiera – è di grandezza media e porta pure qualche segno di usura – e l’ho sistemata in bella vista sul balcone. In onore dell’Helvetia e di tutti quanti la abitano.