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Il nonno e il ‘lupo’

Era da tempo in pensione quando cadde dal tetto nel sostituire una tegola fessurata dopo un temporale. Non si seppe mai se per un attimo di disattenzione o troppa consuetudine a quel genere di lavoro. Cose che possono succedere a chi ha fatto il muratore per mezzo secolo. Se la cavò per il rotto della cuffia, ma la caduta gli lasciò un velenoso regalino: diabete mellito di tipo 2. La nonna non se ne fece mai una ragione ripensando alle sue continue sollecitazioni per eseguire il lavoro. Da quel giorno la Dora, il nostro pastore tedesco, dormì sullo scendiletto della camera dove il nonno restò per qualche tempo prima di essere ricoverato in ospedale. Solo quando ci comunicarono il decesso tornò al suo posto abituale. In paese da tempo circolava la voce che il “Bersagliere” aveva ricevuto il cane da un boscaiolo dell’Appennino le cui bestie potevano essersi accoppiate con i lupi del Casentino. La cosa però aveva perso credibilità col passare del tempo, visto anche il comportamento della Dora durante i quattordici anni di vita con la nostra famiglia. Anche i suoi cuccioli che avevamo dato ad alcuni conoscenti dopo un paio di gravidanze non avevano destato problemi. Fatto sta che da quel giorno la bestia non mise più piede in quella stanza e quando vi entrava la nonna lei si fermava sull’uscio. Retaggio atavico dei suoi progenitori? Non lo so. Perdita del capobranco? Forse, il nonno l’aveva presa che ancora non camminava ed era stato indubbiamente la guida della famiglia, in tutti i sensi.

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