“Secondo me la scuola con il passare del tempo sta perdendo sempre più lo scopo per il quale è stata creata e se si va avanti di questo passo molti ragazzi dovranno vivere con il freno a mano tirato come ho fatto io e come hanno fatto tanti altri.”
Queste parole, di un giovane che anni prima non aveva ottenuto la licenza di scuola media perché allievo della scuola speciale, ci chiamano in causa. Quel ragazzo, dieci mesi dopo, ha ottenuto la licenza di scuola media con note molto alte (5,25 di media). Una rondine non fa primavera, ma ci apre gli occhi e dà speranza.
Ci sono ragazze e ragazzi che in momenti delicati hanno bisogno di maggiore attenzione, di sostegno individuale, di tempo da parte degli adulti. Le segnalazioni che ci giungono dalla scuola sono numerose e autorevoli. Questi ragazzi sono in aumento in Ticino, basti citare il servizio su due pagine apparso su La Regione l’11 giugno: segnalava il numero di 60 allievi di quarta media che non avrebbero ricevuto la licenza a fine anno, a causa delle troppe assenze e di gravi disagi.
Non è stato un miracolo il successo che segnaliamo: è stato ottenuto grazie alla frequenza dei Corsi organizzati da Pro Juventute per chi intende ottenere la licenza di scuola media come privatista. Le ragazze e i ragazzi che li hanno frequentati si sono ritrovati in un gruppo-classe con docenti che si sono dedicati a loro con tutto l’impegno. Hanno ripreso o scoperto il piacere della conoscenza, anche la fatica di conquistare determinate nozioni in materie più o meno ostiche, sulla stessa barca, condividendo la riscoperta della fiducia in sé stessi, dandosi degli obiettivi, e trovando il senso del loro agire.
Ci sono ragazzi che la scuola deve aiutare di più, perché vedano davanti a sé un significato largo e umano del loro crescere e inserirsi nel mondo del lavoro, da cittadini di una democrazia. Per questo, la politica non può applicare tagli alla scuola, non può ad esempio diminuire da due a una le ore di sgravio dei docenti di classe di quarta media, perché è importantissimo che questi docenti dedichino tempo ai loro allievi posti davanti alle scelte scolastiche e professionali dopo la scuola dell’obbligo. La politica deve accorgersi di questi impellenti bisogni. E deve accorgersi del fondamentale lavoro che Pro Juventute svolge per recuperare ragazze e ragazzi che si sono persi presto, nelle complessità della vita.