Ho letto l’editoriale del 7 maggio u.s. a firma del Direttore della Regione. Ammetto che sono molto deluso dal contenuto in quanto il Signor Ritzer esprimendo il suo pensiero sulla riforma fiscale che voteremo il prossimo 9 giugno, sviluppa il solo argomento della riduzione delle aliquote massime dell’imposta sul reddito tralasciando completamente le altre misure previste dal pacchetto. Infatti, egli sa benissimo che tutti gli altri provvedimenti sono a favore del ceto medio e perseguono anche l’obiettivo di evitare ulteriori partenze di suoi contribuenti, nei Cantoni confinanti (Grigioni e Uri). Inoltre, è stato citato lo Studio del Centro di competenze tributarie della Supsi da dove si evince che il Cantone Ticino si trova in ventiduesima posizione nella classifica della concorrenza fiscale intercantonale per le persone fisiche. Il Direttore sostiene che si tratta di un vecchio trucco dell’ortodossia neoliberale e mette quasi in dubbio la scientificità dei dati pubblicati. Se fossimo così interessanti per le persone facoltose non occuperemmo i bassi fondi di quella classifica. Percepisco delusione quando si scrive che i politici non sono in grado di porre rimedio al differenziale di salario di circa il 20% nei confronti del resto della Svizzera. Purtroppo, questa differenza è sempre esistita e siamo economicamente sopravvissuti. Chissà se l’editorialista può suggerire la soluzione? Sarebbe troppo facile chiedere alle aziende di semplicemente aumentare gli stipendi così da metterle in difficoltà, pronte a fallire.
Non dobbiamo prendercela con coloro che producono ricchezza perché, prima di distribuirla, bisogna crearla. Sono rimasto fedele abbonato per 52 anni al Dovere prima e alla Regione poi e mi spiace leggere dal Direttore riflessioni del genere sul “mio” giornale.