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Sgravi fiscali, una scelta scellerata

C’è un Long Covid sanitario, che coinvolge alcuni cittadini, ma c’è anche un più lungo e meno noto Long Covid economico che tocca un’ampia fascia di persone. Perché la pandemia del 2020 non ha colpito tutti alla stessa maniera. Le fasce economicamente più deboli della popolazione hanno pagato il prezzo più alto in decessi e fallimenti finanziari personali. Anche in Svizzera, anche in Canton Ticino dove lo Stato c’è e si è visto con l’erogazione di ampi e importanti finanziamenti. Come dopo ogni crisi, c’è chi è uscito rafforzato e c’è chi ne è uscito fragile senza speranza di rimedio.

L’impegno pubblico, negli ultimi tre anni, ha agito in maniera determinata e massiccia per contenere i devastanti effetti pandemici. Oggi si presenta il conto. Le finanze dello Stato arrancano, il conto preventivo 2024 del Canton Ticino prevede un importante disavanzo nonostante una politica di lacrime e sangue, proposta dal Consiglio di Stato e approvata dal Gran Consiglio che prevede tagli finanziari pubblici per ben 130 milioni; tagli che vanno a ridurre i sussidi per i premi di cassa malati, i salari dei dipendenti cantonali e i contributi sociosanitari; questi ultimi a me particolarmente cari per far sì che si possa curare e accudire chi ne necessita con la stessa cura usata fino ad ora. Detta altrimenti, il conto del Covid lo pagano i ceti medi e medio-bassi, già confrontati con un aumento generalizzato dei costi.

Non basta. Secondo la maggioranza del Gran Consiglio sarebbe giunto il momento di premiare chi guadagna di più, ovvero chi dichiara un imponibile superiore ai 300'000 franchi; a costoro si vorrebbe ridurre il carico fiscale con relative conseguenze nefaste per chi già ha pagato e continua a pagare un prezzo alto.

Una decisione illogica e ingiusta che va decisamente respinta il prossimo 9 giugno con un perentorio No alla riforma fiscale.