Trovo sconcertante il tentativo del 19 aprile del Sig. Mattei, di accostare i due conflitti che hanno delle origini totalmente differenti. Alcune note sulla guerra in Palestina e ciò che concerne. Parto dal 1868, anno in cui lo scrittore americano Mark Twain compie un viaggio in Terra Santa. Descrive un territorio desolato, disabitato. Gerusalemme conta 14'000 anime (arabi, ebrei, cristiani). Un censimento ottomano a Gerusalemme, nel 1896 rileva 45'420 abitanti, 28'120 ebrei, 8'560 arabi, 8'748 cristiani (da Demographic History of Jerusalem). Nel 1944, censimento Britannico, 157'000 abitanti, ebrei palestinesi 97'000, arabi palestinesi 30'600, cristiani 29'400 (ibidem).
Il 29 novembre 1947 l’Onu delibera la divisione della Palestina in due Stati, uno arabo e uno ebraico. Gli ebrei accettano, gli arabi rifiutano e attaccano. Segue la guerra del 1948, Israele vince, ma perde 10'000 uomini. Rifugiati, da ambo i lati.
Anno 1993, l’accordo di Oslo tra l’OLP e Israele. Attentati terroristici di Hamas per boicottare. Anno 2000, negoziato Israele-OLP a Camp David, sotto il patrocinio di Bill Clinton. Israele offre quasi tutta Gaza e Cisgiordania. Arafat rifiuta e dà il via a una feroce intifada fatta di attentati suicidi. Nel 2005 Israele lascia Gaza, ma Hamas espelle l’OLP e crea una base terroristica. Anno 2008, negoziato Israele-OLP in Usa. Il primo ministro Ehud Olmert offre il 97% della Cisgiordania con Gerusalemme est capitale. L’OLP di Abbas rifiuta. Israele chiede solo ritocchi di sicurezza (180 kmq=circa 6% del Canton Ticino). E di questo passo si arriva all’orribile massacro di Hamas del 7 ottobre. I palestinesi avrebbero da tempo potuto avere uno Stato libero, se lo avessero voluto davvero.