laR+ Lettere dei lettori

Liberali, ma ancora liberi?

12 aprile 2024
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Leggo sul Corriere del Ticino del 3 aprile un testo di Fulvio Pelli che sembrerebbe la risposta (anche se non esplicita) a un intervento di qualche giorno prima di Adriano Censi su laRegione. Conosco bene i due per vie diverse. Persone alle quali do pure del tu, anche se non frequento i loro ambienti comunque degni di rispetto e attenzione. Così come il laico Partito Liberale Radicale che ognuno dei due, anche se con visioni in parte divergenti, rappresenta. Io, che provengo per tradizione familiare cattolica da una posizione ideologica diversa ho sempre nutrito grande stima per il partito che ha avuto come padri Stefano Franscini e Carlo Battaglini; per non parlare del federalista Carlo Cattaneo da noi rifugiatosi, e generosamente accolto, a metà Ottocento. Basti pensare che il Liceo Lugano1 porta il suo nome. Per farla breve, sia Censi che Pelli riconoscono una perdita di partecipazione e consenso da parte della base del loro partito. Ma nessuno di loro cerca di scoprirne le cause. Capisco come la cosa non sia affatto semplice. Qualcuno – come per esempio Andrea Ghiringhelli, o Arnaldo Alberti – tenta a volte su laRegione un’analisi critica, lanciandosi pure in qualche affondo. Voci – le loro – che rimangono però isolate. Senza risposte. Senza contraddittorio.
È di questi giorni la notizia che Segio Ermotti – dopo tutto quello che è successo – avrebbe ricevuto per 9 mesi di un suo lavoro… (!?) 14 milioni, virgola 400mila franchi (!!!). Personalmente ricordo bene quando il pane si comperava dal prestino o alla Cooperativa dove te lo pesavano sulla bilancia. E il latte si andava a prenderlo con il secchiello in latteria pagandolo anche con i “nichelini” e con i centesimi di franco (monete in rame da 1 o 2). Il mondo nel frattempo è cambiato. Ma non ci chiediamo mai se in così breve tempo non sia magari cambiato un po’ troppo? Liberali, progressisti, e conservatori a parte.