I valori del diritto Internazionale e del diritto umanitario ai quali i paesi occidentali hanno fatto appello in coro per la guerra in Ucraina, facendo anche seguire le azioni alle parole, sono calpestati nel modo più evidente e rivoltante nella guerra di Israele contro i palestinesi tutti.
La risposta militare israeliana è chiaramente senza proporzione rispetto all'aggressione altrettanto ingiusta e inumana, ma di ben altra misura, subita da Israele. La proporzione delle vittime civili palestinesi certamente innocenti non può essere vista altrimenti che come scelta deliberata da parte del governo israeliano. Quanto alle vittime militari, non è certo che dei palestinesi civili innocenti non vengano enumerati tra loro per edulcorare la crudele statistica.
Stiamo assistendo in realtà a una pulizia etnica del territorio della striscia di Gaza, con in parallelo, da tempo, quella strisciante del territorio palestinese in Cisgiordania. Questo accade con il sostegno attivo degli Stati Uniti in violazione aperta del diritto internazionale e con il silenzio complice dei governi europei, la nostra Svizzera con la diplomazia guidata da un ticinese non diversamente da altri, al di là delle tradizioni democratiche e umanitarie delle quali continuiamo ad essere fieri. Nella vita quotidiana ci stiamo abituando al massacro, al punto che nei notiziari se ne parla ormai saltuariamente.
Una generazione intera di palestinesi vive il trauma di essere braccato come un animale, al di là di ogni forma di umanità. Una generazione intera di giovani israeliani dei due sessi si sta di fatto, concretamente, sporcando le mani con del sangue innocente. Questi donne e uomini porteranno, volens nolens, il peso dei loro atti per tutta la vita: una generazione bruciata da una guerra particolarmente indegna (ammesso che ve ne siano di degne) e da violazioni gravissime e deliberate della dignità degli esseri umani che hanno per sola colpa di essere palestinesi. Questo avrà anche pesanti ripercussioni per decenni sulla vita degli israeliani, come è stato con il Vietnam per gli americani, e renderà ancora più difficile la ricerca di un equilibrio nel rispetto reciproco, sola via d’uscita da questo conflitto ormai quasi secolare.
A noi non resta che assumere con coraggio la coscienza di quello che sta capitando ed esprimere la nostra indignazione profonda, per evitare di essere complici passivi di un momento storico che sarà la nostra vergogna collettiva.