Cosa pensare di un tale che, alla vigilia dell’ennesima stangata annunciata dal nostro sistema sanitario, parla di “Casse malati con l’acqua alla gola” e dopo poche righe ribadisce (nel suo scritto apparso su questo giornale sabato 26 agosto) che le CM elvetiche “sono boccheggianti”? Se non sbaglio, queste hanno accumulato in un recentissimo passato risparmi da capogiro, e fuorilegge, che poi si sono rifiutate di rimborsare a chi ha pagato in eccesso somme considerevoli, pazienti ticinesi in primis. Siccome a me risulta inoltre che alle nostre povere CM per risanare autentici forzieri affatto vuoti basta alzare quelli che continuiamo a definire premi – in realtà bisognerebbe chiamarli castighi! – senza che nessuno riesca mai a dire un bah almeno minimamente incisivo, il peana in favore di Santésuisse & dintorni sembra davvero frutto di una caldana eccezionale che ha offuscato qualche mente. È forse quanto occorso ad Arnaldo Alberti, che imputa poi alla neopresidentessa del Festival il fatto di essere nata miliardaria grazie all’azienda farmaceutica di famiglia, di cui peraltro detiene oggi solo il 5%. Probabile che tale quota fosse ancora più risibile nel 1976, quando Maja Hoffmann aveva solo 20 anni e si verificò la tragedia di Seveso, messa anch’essa sul groppone assolutamente incolpevole della neopresidentessa. Non contento, Alberti si permette di fare i conti nelle tasche della Signora Maja (che già gli suscita orrore perché non parla nemmeno l’italiano!), spiegandole che poteva scucire altrimenti i 150 milioni di euro spesi per le costruzioni di Arles firmati dall’architetto Frank Gehry – ebreo, sottolinea il Nostro: poteva per es. destinarli alla costruzione di scuole nel Terzo mondo. Certo, mais ce ne sont pas tes onions, come dicono i francofoni.
Al locarnese Alberti, il quale semina qualche dubbio anche sull’apparizione sul palco di Piazza Grande di due giovani attivisti per il clima “straniti” chiedendosi se non si sia trattato di “una sceneggiata”, val forse la pena di ricordare una battuta di Nanni Moretti: “Continuiamo a farci del male!”.